Quando l’Avanti! salvò il partito

 Il 1922 Nenni, redattore capo dell’Avanti!, è solo da un anno iscritto al PSI proveniente dalle file repubblicane. Nell’ottobre di quell’anno alcuni dirigenti socialisti guidati da Serrati, direttore del giornale (il PSI era reduce dalla scissione con i riformisti di Turati, Matteotti e Kulisciof) si recano a Mosca per trattare la fusione con il Pcd’I con la mediazione di Zinoviev. La fusione è un vero e proprio assorbimento del PSI (l’Avanti! era destinato alla componente comunista e sarebbe stato diretto da Antonio Gramsci). Era, più che una unificazione, una “liquidazione sottocosto del PSI”, come la definì Nenni che si pone alla testa del Comitato di difesa del partito e fa sull’Avanti! una intensa campagna contro la fusione.

Serrati, che è il direttore del giornale, tempesta da Mosca perchè Nenni si dimetta dall’Avanti! e cessi la campagna autonomista. Invia, tramite Fioritto, segretario del partito, un ukase: “Ti ordino di sottometterti al CC e al direttore dell’Avanti!”. Nenni non se ne dà per inteso. Viene convocato un congresso straordinario che si tenne a Milano nell’aprile del 1923.

Mussolini mise fine al contrasto: fa arrestare Serrati il 1 marzo 1923 quando questi reintra in Italia dall Russia e il giorno dopo Nenni che si fa diciotto giorni di cella. Ma la campagna dell’Avanti! prosegue. Nenni ormai ne è il direttore.

Al congresso di Milano la grande maggioranza è con Nenni contro la fusione.

Certamente Nenni non avrebbe vinto senza l’Avanti! che diventò la sua creatura preferita, forse più dello stesso partito. Se avesse vinto Serrati – che, sconfitto, entro nel Partito comunista- il Partito socialista sarebbe scomparso.

Giuseppe Tamburrano

Pubblicato sul numero speciale dell’Avanti! della domenica del 15 novembre 2011

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