Amministrative 2018: test per un nuovo modello di Centro-Sinistra

-di ILENIA ABBONDANZA-

Uniti si vince. O meglio, ci si può provare. Alle elezioni comunali del 10 giugno scorso, il tanto paventato tracollo del Centro-Sinistra non c’è stato, anzi. Svariati sono stati i piccoli ma grandi traguardi raggiunti. Nei Municipi III e VIII di Roma- la cui popolazione è pari a quella di una città italiana medio-grande- seppur con un’affluenza sotto al 30%, il Centro-Sinistra risulta vincente. Amedeo Ciaccheri nell’ottavo Municipio (corrispondente approssimativamente alla zona della Garbatella) ottiene al primo turno ben il 54,05% dei suffragi. Nel terzo Municipio (Nomentano, Montesacro) Giovanni Caudo, ex assessore della giunta Marino, nonostante risulti primo con il 42,06% delle preferenze, dovrà passare il vaglio del ballottaggio contro il candidato del Centro-Destra. In quanto terzo in classifica, il Movimento 5 Stelle, infatti, resta fuori dai giochi. Questa sorta di “Mid-term Elections”, costituiscono un chiaro segnale di insoddisfazione fra i cittadini romani che l’amministrazione Raggi dovrà in qualche modo cogliere. Inoltre, il PD e le liste di Sinistra stravincono a Brescia, dove viene riconfermato, al primo turno col 54% dei voti, il sindaco uscente Emilio Delbono e a Trapani, città in cui è stato eletto sindaco il candidato Giacomo Tranchida, avendo egli portato a casa lo strabiliante risultato del 70,68%. Il Centro-Sinistra è in vantaggio anche ad Ancona con Valeria Mancinelli che dovrà completare l’opera al secondo turno, come dovrà fare anche Nello Pizza ad Avellino.

Questa alleanza larga, civica e inclusiva -capace di abbracciare sia l’anima liberal-democratica e cattolica che quella più socialista e progressista- è il modello di Centro-Sinistra più in grado di rispondere alle istanze degli elettori e, perciò, vincente. Tali considerazioni sono state asseverate già alle elezioni regionali del 4 marzo. Dove il Centro-Sinistra si è presentato diviso, in Lombardia, ha perso. Dove il Centro-Sinistra si è presentato unito, nonostante la concomitanza con le elezioni politiche -in cui le forze progressiste hanno ricevuto la batosta più ingente degli ultimi decenni- ha comunque conseguito il risultato. Si tratta ovviamente del caso del Lazio, con Nicola Zingaretti Presidente. Quest’ultimo, da sempre sostenitore della necessità di allargare quanto più possibile la coalizione, sui suoi profili social, ha così commentato la tornata elettorale nei Comuni: “Nel Lazio e anche in tutta Italia le alleanze nuove e larghe sono competitive, vincono o possono vincere”. Dello stesso avviso l’esponente dem Lorenzo Guerini, che su “Democratica” dichiara: “Quando il Pd riesce ad essere il perno e il baricentro di alleanze larghe, nel coinvolgimento dei cittadini più che nella somma di sigle, i risultati arrivano, anche grazie alla qualità delle candidature che vengono proposte”. Intanto, per quanto riguarda i ballottaggi, il PD incassa l’endorsement di MdP: “In un momento come questo -dice Roberto Speranza- in cui il governo mostra il volto peggiore nella vicenda Acquarius, dobbiamo dare forza al maggior numero possibile di candidati progressisti, civici e di centrosinistra”.

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