L’organo di base del partito è la sezione (o il circolo ecc.). Durante la prima Repubblica questo criterio funzionò, pur con qualche diversità sostanziale: ad esempio nel PCI non erano ammessi rappresentanti di minoranze. Il procedimento era normalmente il seguente: i congressi di sezione nominavano i delegati al congresso di federazione o provinciale il quale eleggeva i delegati al congresso regionale – quando esisteva – il quale, a sua volta, nominava i delegati al congresso nazionale, organo supremo che deliberava in materia politica e statutaria e nominava la direzione e questa, a sua volta, il segretario. Questo era lo schema con variazioni, che qui non ci interessano, tra un partito e l’altro. Il congresso socialista di Palermo del 1981 introdusse una modifica sostanziale (della quale fui io in gran parte sostenitore) e cioè l’elezione diretta del segretario da parte del congresso. Leggo che il PD si appresta a tenere il congresso con regole che escono dallo schema storico e dal modello dell’art. 49. Nulla è deciso, ma la discussione riguarda l’elezione del segretario e del candidato premier con modalità abnormi: si propongono primarie aperte, cioè con la partecipazione di cittadini che non fanno parte del partito, con modalità uniche per la designazione del segretario e del candidato premier. E così il partito cessa di essere l’associazione degli iscritti ma un organismo aperto a tutti: iscritti e non i quali alle elezioni votano per altri partiti. Ma che cos’è questo PD? Ci son le correnti e che cosa propongono? Con l’ascesa di Renzi io pensavo che il PD potesse cambiare sostanzialmente, che una nuova classe dirigente potesse dar vita ad un serio partito di sinistra. Ma Renzi ha fatto dichiarazioni ogni giorno e più volte al giorno. Gli hanno rimproverato di parlare troppo e lui, invece di moderarsi, ha deciso di tacere e apre la bocca solo per respirare e per far capire che vuole il posto di Letta. L’attuale sistema politico è profondamente diverso da quello della Prima Repubblica: e certamente non migliore. In quei decenni vi furono partiti veri. Vi furono degenerazioni (le conosciamo) ma i partiti erano associazioni di aderenti (cittadini organizzati in partiti secondo il citato art. 49 della Costituzione). Erano “democratici” perché gli iscritti sceglievano i delegati ai vari livelli. Erano democratici anche perché gli iscritti decidevano la linea politica? In buona misura si. Nella DC non vi erano solo correnti di potere ma anche tendenze politiche ideologiche: penso alla Base, e penso soprattutto a Moro. Nel PCI le correnti erano vietate. Ma specie dagli inizi degli anni ’60 (Convegno dell’Istituto Gramsci del 1962) tra Amendola e Ingrao qualunque orecchio avvertito sentiva le profonde differenze. Nacque Il Manifesto che fu costretto a uscire dal partito (si vedano gli atti della Direzione). Il PSI era la istituzionalizzazione della “degenerazione correntizia” che portò alla scissione dl 1947 e ad altre minori fino a quella del PSIUP. E dopo il periodo buio del frontismo le correnti rifiorirono. E furono per qualche anno correnti di pensiero: ricordo soprattutto Lombardi! Lo stesso Nenni con la famosa frase “entriamo nella stanza dei bottoni” intendeva dire che il PSI nel centro-sinistra avrebbe usato gli strumenti dello Stato per cambiare la società. Con Craxi il correntismo ebbe un freno salutare, ma egli scelse una linea ideologica pre-marxista (Proudhon) invece che post-marxista (Bernstein). Insomma, fino all’esplosione di Tangentopoli quelli, con tutti i difetti, erano partiti veri. Oggi i due maggiori partiti sono uno di proprietà di Berlusconi. E l’altro, il PD, non si sa che cos’è: un ircocervo, uno strano animale: e non si capisce che cosa voglia.
Giuseppe Tamburrano
Finalmente un’analisi seria della degenerazione politica in atto e della demagogia e del nulla politico che attaversa il dibattito sulle regole del PD
Caro Tamburrano, l’elezione diretta del segretario, approvata al congresso di Palermo del PSI del 1981, ha purtroppo contribuito unicamente alla degenerazione cesaristica e personalistica della vita interna dei partiti, a cominciare dal PSI. Insomma, dalla padella nella brace…. Un cordiale saluto Giovanni Scirocco
Nel Congresso del PSI ho chiesto e nella Commissione Congressuale ho trovato orecchie disposte ad ascoltarmi: si torni all’antico il segretario sia eletto dal Consiglio Nazionale ( ex Comitato Centrale).