Faites vos jeux

i candidati al quirinale Come in una roulette impazzita la pallina con il nome del futuro Presidente della Repubblica gira vorticosamente e sembra non debba fermarsi mai, anche se siamo a meno di 48 ore dall’inizio delle votazioni. Ad imprimere questa dinamica è un PD ormai prossimo all’implosione. Già il metodo con cui il nuovo capo dello Stato dovrà essere eletto offre tre possibili soluzioni: nominarne uno gradito anche al PDL (senza che questo sia però prodromo di un governissimo che i democratici dicono, ma è da vedere quanti e chi, di non volere, mentre Berlusconi, e non si capisce francamente perché, al di là delle belle fole sulla responsabilità nazionale, farebbe domani mattina); fare da soli e proporre Prodi, gradito, sembra, a Grillo e Casaleggio, ma inviso mortalmente al Cavaliere, che in caso di elezione ondeggerebbe fra la proclamazione della guerra civile e l’emigrazione di massa; oppure eleggerne uno gradito ai 5 Stelle, magari se fosse Rodotà o Zagrebelsky scelto dalle Quirinalie dei grillini meglio, per evitare di proporlo in proprio, nella speranza che poi questi diano il via libera ad un governo di minoranza bersaniana.
Se tutto questo ad un marziano che oggi sbarcasse in Italia potrebbe apparire già fantasioso se non fantascientifico, chissà cosa penserebbe se poi venisse a sapere che ogni soluzione sopra prospettata, è portatrice di conflitto fratricida fra le varie anime del PD. Marini e Finocchiaro, possibili candidati delle larghe intese, sono aborriti da Renzi: il primo, perché l’elettorato lo ha bocciato alle recenti elezioni (oddio, ci ricordiamo male, il porcellum prevedeva le preferenze!), la seconda perchè rappresentante della casta, in quanto usa ad andare a fare spesa all’Ikea con gli agenti di scorta. Amato andrebbe bene a Renzi (ma il buon Giuliano non fa parte della casta? ) ma pare sia inviso ai “giovani turchi” bersaniani (non si sa per quanto) per il suo esecrabile passato socialista. Prodi è inviso a chi non vuole creare una spaccatura irreparabile con il centro-destra, ma paradossalmente è il candidato dei due più acerrimi nemici all’interno del PD: Bindi, che non accetta veti sul nome dell’ex premier e Renzi, convinto che Prodi facendo saltare ogni accordo con il PDL apra un’autostrada verso le elezioni (ma Bersani è invece convinto che Prodi lo manderebbe alle camere alla ricerca di  una maggioranza…).
Non avete ancora ben capito, niente paura c’è ancora tempo per ingarbugliare ancor più la situazione (le ipotesi Grasso, Cancellieri, Severino, Bonino…)
Faites vos jeux…

Alfonso Isinelli

fondazione nenni

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