-VITTORIO EMILIANI-
Ma cosa gliene viene a Matteo Renzi presidente-segretario dalle sprezzature che riserva quasi quotidianamente ai suoi avversari all’interno del partito e a quanti all’esterno contrastano in modo argomentato le sue cosiddette riforme (Italicum e devitalizzazione del Senato)? L’ultima riguarda tutti i senatori in carica i quali difenderebbero “le loro indennità”: francamente è difficile trovare un’offesa più becera. E giustamente il capogruppo Luigi Zanda l’ha fatto notare, lui che non figura ovviamente fra i 16 “ribelli”, fra i quali ci sono persone che hanno avuto e hanno vite professionali di spessore, cito soltanto Massimo Mucchetti, uno dei migliori giornalisti economici italiani, Felice Casson magistrato importante o Walter Tocci che è stato uno dei migliori (e più rimpianti) amministratori capitolini, studioso dei trasporti. Non è colpa nostra né loro se fra i suoi critici più severi ci sono praticamente tutti i maggiori politologi (a partire da Giovanni Sartori) e costituzionalisti italiani. I quali subito si prendono da Renzi e dalla ministra Boschi dei “professoroni”. Che gliene viene al premier-segretario? Di essere l’uomo solo al comando? Di essere lui che decide e fa tutto? Risuonano strani echi del passato: “Se avanzo seguitemi…” Il disprezzo ostentato per i propri critici e avversari non porta da nessuna parte. O meglio, porta allo scontro, al tentativo di annichilire il dissenso, ogni dissenso. Avesse almeno presentato una compagine di governo adeguata e attrezzata: alcuni ministri sono dei fantasmi e altri si fanno notare per sbrigatività, soprattutto, purtroppo, quelli del Pd. Avesse almeno presentato dei progetti di riforma ben studiati, rifiniti, sotto ogni punto di vista. Nemmeno quelli. E allora?
P.S. Giorni fa alla Camera facevamo un paragone fra giornalisti più o meno d’età – ed eravamo tutti non craxiani – col governo Craxi che aveva Giuliano Amato quale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Scalfaro ministro dell’Interno, Andreotti agli Esteri, Martinazzoli e poi Rognoni alla Giustizia, Spadolini alla Difesa, ecc. Senza dimenticare Antonio Ghirelli portavoce e Gennaro Acquaviva ai rapporti col Vaticano. No comment. Se capitassero vicende simili all’Achille Lauro e a Sigonella o se ci fosse una inflazione al 15% com’era allora ridotta di 10 punti in due anni…
Nel mio piccolo quando si parla di politica, ricordo spesso lo spessore del governo Craxi e il silenzio più profondo mi circonda, quasi come un unanime consenso.
se Vittorio Emiliani rimpiange Craxi…
Bravissimo Emiliani. Saluti socialisti!