Aspettando Godot

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-di GIUSEPPE TAMBURRANO-

Con una procedura che a me sembra anomala la Corte Costituzionale prende in esame la legge elettorale con la quale è stato formato il Parlamento e dichiara incostituzionali il premio di maggioranza e l’assenza del voto di preferenza.

Dopo che sarà pubblicato il dispositivo noi avremo una nuova legge elettorale regalataci dalla Corte senza premio di maggioranza e con almeno una preferenza? Una nuova legge che fa decadere il Porcellum? Quod nullum est, nullum producit effectum recita la massima romana: dunque, se non si fa una nuova legge quella proposta-imposta dalla Consulta sarà rigorosamente proporzionale: e i parlamentari nominati col premio che fine faranno?

Decadranno? Ma così le Camere non avranno il plenum degli eletti. Per di più: poiché le sentenze della Corte annullano le norme della legge sub juicio, queste cadono nella nullità poiché le Camere non conteranno il numero di rappresentanti previsto dalla Costituzione(630 alla Camera e 315 al Senato). Scorporato il premio di maggioranza resterà un numero inferiore di deputati e di senatori, i quali quindi non saranno 630 (Camera) e 315 (Senato). Potrà legittimamente funzionare un tale Parlamento amputato di un certo numero di parlamentari?

La Corte annulla le norme contrarie alla Costituzione. Poi ha conosciuto una evoluzione e da meramente dichiarativa è diventata “manipolativa”. E ora cos’è?

Dopo una prima reazione di “terrore”, la classe politica con l’ argomento che bisogna aspettare la pubblicazione del dispositivo, va avanti per la sua strada: che fa il governo mentre il Paese si impoverisce sempre di più? Polemizza con il Commissario europeo Rehn e aspetta Godot l’eletto delle Primarie del PD? Ma Letta non aveva solennemente promesso che in 18 mesi il regime politico-parlamentare sarebbe stato profondamente rinnovato? Campa cavallo!

Ma che cosa dovrebbe o potrebbe fare il Parlamento? E semplice ma – chimerico – prima che la decisione della Corte sia operativa fare una nuova legge elettorale rispettosa delle prescrizioni della Corte. Scommetto mille a uno che non lo farà.

Giuseppe Tamburrano

fondazione nenni

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