LA “FINE DEL MONDO”

la fine del mondoHo l’impressione che prima o poi saremo in una nuova impasse istituzionale, peggiore di quella che abbiamo superato grazie alla generosità di Napolitano. Intendo riferirmi alla crisi del governo che si annusa nell’aria. Se Berlusconi pretende che si rinunci a creare la Convenzione per le riforme e insiste per l’abolizione dell’IMU e la restituzione di quanto versato dai proprietari della prima casa, lo scontro col PD sarà inevitabile. Diciamo le cose come stanno. Questo è un governo anomalo poiché è nato non per una libera scelta di PD e PDL, ma per l’intervento di Napolitano che ha di fatto obbligato i due partiti nemici a firmare una tregua e dare un governo al Paese. Per questo quando si parla di crisi della collaborazione tra PD e PDL non basta evocare elezioni anticipate con la infelice legge elettorale vigente, lo spettro di una quasi certa vittoria del PDL e della Lega e una crisi acuta del PD che non naviga in acque tranquille, ma anche che Napolitano, che ha accettato la rielezione  solo a patto della governabilità del paese, pianti baracca e burattini definitivamente. Tra elezioni anticipate ed elezioni di un nuovo Capo dello Stato si aprirebbe un periodo da incubo politico e costituzionale.

Chi convincerà il Cavaliere a rinunciare ad una (quasi) sicura vittoria elettorale? E chi e come eleggerà un nuovo Presidente della Repubblica?

Ma vi è un altro scenario da prendere in considerazione: Berlusconi cambia opinione – siamo abituati alle sue giravolte – anche perché teme che Napolitano – come ha fatto intendere – potrebbe dimettersi di fronte al fallimento della sua opera. Ed in questo caso, a parte la ripetizione di una situazione drammatica che abbiamo conosciuto, si potrebbe avere un colpo di scena che frustrerebbe i disegni del Cavaliere: PD e Cinquestelle si accordano sulla spartizione del Quirinale e di Palazzo Chigi, il primo a Grillo e il secondo al PD.

Come siamo messi male! C’è tra i nostri elettori qualcuno che potrebbe consigliarmi un paese lontano – alla “fine del mondo” per citare il Papa – dove trascorrere i miei ultimi anni?

 Giuseppe Tamburrano

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

One thought on “LA “FINE DEL MONDO”

  1. Caro compagno Tamburrano,

    occorrerebbe credere che esista in qualche angolo di Geo, un paese in cui fosse possibile dire dei “sì sì” e dei “no no”, in cui, a fronte di una diffusa crisi morale e materiale, profonda quanto quelle vissute in presenza di guerre mondiali che “almeno” venivano chiamate con il loro nome, non si spacciasse per “generosità”, il cosiddetto sacrificio di continuare ad abitare il Palazzo del Quirinale.

    Ma non credo che esista al mondo un paese dove la crosta spessa dell’ipocrisia di cui si ammanta il potere sia appunto meno spessa di quella autoctona in Italia.

    Nel libro di Magda Szabò “La porta”, nelle pagine 107/108 si legge che il personaggio a cui tutto ruota attorno, l’umile Emerenc, … “

    “…odiava il potere in quanto tale, in qualunque mani fosse riposto, se mai fosse comparso un uomo capace di risolvere i problemi dei cinque continenti insieme, Emerenc si sarebbe schierata comunque contro di lui, semplicemente perché aveva trionfato. Nella sua testa tutti avevano un comune denominatore, Dio, il notaio, l’attivista di partito, il re, il boia, il segretario generale dell’Onu, e se per caso manifestava solidarietà a qualcuno in particolare, la sua compassione era universale, rivolta non solo a chi se la meritava. Era rivolta a tutti. Senza alcuna distinzione. Persino ai criminali.”

    Forse si dovrebbe, senza violenza, ma con determinazione, provare i sentimenti di Emerenc, o almeno… condividere quanto scriveva Adriano Olivetti di suo padre Camillo (la cosa si legge nel libro da poco uscito per le Edizioni di Comunità “il mondo che nasce”).

    “Mio padre era dotato di un geniale talento economico, disprezzava la struttura capitalista, il sistema bancario, la finanza, la borsa, i titoli. Perciò volle essere ingegnere contro la sua stessa più profonda vocazione. Poiché era intelligente e tenace, fu un buon ingegnere.”

    Niente di tutto questo però è alle viste nella stracciata classe dirigente di questo paese, che in ogni sua parte, ha a cuore solo il proprio particolare… tanto vale aspettare che il nostro ciclo vitale si concluda qui, in questo deserto dell’anima.

    vittorio melandri

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