Cupio Dissolvi

commossoUn’immagine televisiva: siamo a dicembre dell’anno scorso, primarie del PD appena svolte con grande successo, sondaggi che danno il centrosinistra al 40%. In casa PDL il tentativo di fare le primarie affossato da Berlusconi, che pronto a scendere in campo, le boccia come inutili, sbugiardando il povero Alfano che le reclamava a gran voce. La trasmissione e’ “Porta a Porta”, il salotto televisivo ormai stinto della politica italiana: la prima parte e’ sul PD: volti euforici, futuro roseo, si parla già di ministri e programmi. La seconda parte sul PDL pare un funerale: Gelmini, Lupi, Meloni disquisiscono se sia vista la decisione del capo, ma con l’aria di chi pensa, speriamo di salvare almeno il seggio.

Non sono passati nemmeno cinque mesi e la segreteria Bersani e’ riuscita a perdere il biglietto della lotteria. Campagna elettorale mediocre e presuntuosa, tre milioni di voti persi nelle urne, il tentativo di formare un governo di minoranza inseguendo fino all’umiliazione in streaming il M5S, urlando “mai con Berlusconi”. E ciliegina sulla torta la disastrosa gestione dell’elezione del Presidente della Repubblica: prima Marini, frutto della convergenza, ora si, con il PDL, buttato in pasto agli ignari gruppi parlamentari democratici, che l’hanno apertamente bocciato. Poi Prodi, acclamato da tutti la mattinata, abbattuto dieci ore dopo da più di 100 franchi tiratori. Mentre la proposta di Grillo, inseguito da due mesi, di eleggere Rodota’ al Colle, viene rispedita al mittente, non si capisce bene perché.

Oppure si che si capisce: il PD e’oggi un partito balcanizzato in 5-6 gruppi, che agiscono da soli o accordandosi per eliminare singoli nemici, senza alcuna strategia, compreso l’acclamato rottamatore Renzi.

Bersani ha finalmente preso atto e si è dimesso: cosa succederà adesso, nella sinistra italiana non si riesce ad intravedere. Ma non pare essere nulla di buono.

Alfonso Isinelli

fondazione nenni

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