Kurtz, Orbàn e affini: morta la civiltà, tornano i barbari

 

Le dichiarazioni del giovane ministro austriaco Sebastian Kurtz e del presidente ungherese,Victor Orbàn, sostenuto dai suoi alleati tutti un tempo “satelliti” (certo non consenzienti) dell’Urss (cioè Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) a proposito di emigrazione, di campi di concentramento o isole di concentramento, hanno dato un colpo decisivo alla civiltà occidentale, non solo quella politica ma quella tout court. L’Occidente ha cominciato a pensare in Grecia e poi attraverso Roma si è diffuso nel continente. Ora sembra essere tornati all’età della pietra, agli uomini che vestiti di pelle si dedicavano alla caccia per la sopravvivenza e trovavano alloggio nelle caverne. Eccessivo? Forse. Certo non siamo lontano da una interpretazione barbarica di questioni epocali che purtroppo non si chiuderanno in un breve volger di tempo. I flussi migratori nella maniera in cui li stiamo conoscendo non sono una parentesi ma un annuncio. L’annuncio di una catastrofe direttamente prodotta dai cambiamenti climatici. Emmanuel Macron lo sa bene ma fa finta di non saperlo: le guerre sono una causa soltanto aggiuntiva, ma il problema vero sono proprio quei migranti economici di cui lui non intende discutere. Perché questi immigranti economici aumenteranno man mano che i mutamenti ambientali determineranno l’impoverimento di aree sempre più vaste del sud del mondo. È molto facile dire: assistiamoli a casa loro. Avrebbe anche un senso se cominciassimo sin da oggi a pensare a quello che accadrà domani perché qui non si tratta di turare le falle con qualche miliardo dato a qualcuno che temporaneamente chiude la porta (come è accaduto con la Turchia per volere della Germania) ma immaginare realmente un nuovo equilibrio globale, cosa complicata se poi dall’altra parte dell’Atlantico c’è un altro presidente che ragione negli stessi termini barbarici dei Kurtz e degli Orbàn. Insomma, quello che stiamo vivendo è solo l’antipasto: il bello (o il brutto) deve ancora venire. Avremmo bisogno di una classe politica nazionale e internazionale capace di pensare con la testa e di articolare discorsi razionali; invece pensano con lo stomaco (o altre parti del corpo ancor meno nobili) e non sanno andare le invettive e gli slogan. La civiltà è morta; sono tornati i barbari.

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One thought on “Kurtz, Orbàn e affini: morta la civiltà, tornano i barbari

  1. Intanto la “civilissima” Europa, quella della Merkel, di Macron, di Mattarella, non sa trovare risposte adeguate a quello che ormai è diventato un esodo nella sua vera accezione della parola. Non stiamo qui a prenderci per i fondelli, Orban e c., i nuovi barbari, forse non hanno tutti i torti.

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