Non si dice. Quando il fisco è amico… del populismo

-di GIORGIO BENVENUTO e SANDRO ROAZZI

Sembra strano ma un’arma efficace per contrastare i populismi in Europa c’è e sarebbe una comune leva fiscale. Magari con in aggiunta il ritornare alla filosofia che animò il piano Deors, investimenti ed infrastrutture.

E inveceil tiraemolla sul fisco priva la crescita di un propulsore efficace come sarebbe una armonizzazione fiscale che restituisca ossigeno soprattutto al lavoro. E faccia di più sul terreno della lotta alla evasione fiscale. Quando si parla di Paradisi fiscali infatti sembra di entrare in una agenzia turistica che vende viaggi per località esotiche. Ed invece si dimentica che di Paradisi terrestri europei ce ne sono anche da noi, nella vecchia e tollerante Europa. Non solo la fiscalità di vantaggio presente in alcuni Paesi finisce per incrudelire su zone che sopportano già forti diseguaglianze nei confronti delle aree più ricche. Benelux, Malta, Irlanda ad esempio facilitano quanti vogliono ottimizzare il loro vantaggio fiscale. Ricchi, ovviamente. Se l’Europa che Macron vuole con la Merkel alla finestra e con Padoan… in religiosa attesa, riuscisse a fare passi in avanti in questa direzione, non sarebbe male. Magari riscoprendo l’equità a danno dei furbi, dei disonesti, dei profittatori.

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