– ANTONIO TEDESCO –
Il 1963 è l’anno in cui in Italia si attenua l’euforia del miracolo economico e si apre per la prima volta una discussione intorno ad un nuovo modello di sviluppo. Le contraddizioni provocate da una forte e disordinata espansione economica erano evidenti e avevano provocato uno spontaneo ed irrazionale inurbamento. Il boom dell’edilizia non toccò solo le grandi città ma si estese alle campagne, ai luoghi di villeggiatura , cioè dove la costruzione diventava un affare speculativo. Entrò in crisi un modello di sviluppo e le cause secondo Pietro Nenni erano squisitamente politiche. Il Partito socialista guidato da Nenni comprese che bisognava mettere al riparo le istituzioni dalla disastrosa avventura del governo Tambroni del 1960 offrendo i voti socialisti al governo Fanfani; La programmazione politica ed economica iniziò a concentrarsi sui temi della scuola, della cultura, della sicurezza sociale, della sanità, dei servizi pubblici e delle attività ricreative per il superamento delle disuguaglianze economiche. l’incontro dei socialisti con l’anima popolare e progressista della DC, di Fanfani e di Moro orienterà i governi verso l’attuazione di importanti riforme. Con tante difficoltà(del resto ripeteva Nenni “dal centro-sinistra si può uscire solo per rientrarvi”. ) gli anni del centro-sinistra – soprattutto i primi – sono stati i più felici, della storia repubblicana.
L’Italia negli anni 60’comincia ad essere invasa da milioni di turisti e il PSI iniziò a considerare il patrimonio artistico e naturale e le attività artistiche come interessi fondamentali del paese sia dal punto di vista dello sviluppo culturale della società che dal punto di vista del reddito economico: “il PSI propone una legge di tutela del patrimonio artistico e naturale, un piano di interventi straordinari e un programma poliennale di spesa per la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio urbano, monumentale. ambientale ed artistico “. I socialisti intuirono che era cruciale per la valorizzazione e la promozione del settore turistico la tutela del paesaggio: “Per quanto riguarda il turismo, che costituisce una fra le più importanti attività economiche del paese , il PSI sollecita un diverso orientamento della politica delle aree fabbricabili, della difesa del paesaggio…la sollecita approvazione della nuova legge urbanistica.”
La riforma urbanistica era uno dei punti programmatici più importanti dell’accordo tra le forze di centro-sinistra(DC, PSI, PSDI, PRI), anzi era una delle condizioni poste dal PSI per l’ingresso nel governo, priorità assoluta insieme alla scuola pubblica, con il progetto della scuola unificata e alla nazionalizzazione dell’energia elettrica. Se gli ultimi due obiettivi furono raggiunti, la riforma urbanistica incontrò molte resistenze soprattutto da parte della DC. Il disegno di legge urbanistica si fondava sulla nuova visione della programmazione economica con la pianificazione territoriale e aveva come obbiettivo quello di sviluppare un razionale sviluppo urbano “nella disponibilità e nella destinazione delle aree soggette alla pianificazione urbanistica, l’interesse pubblico deve avere assoluta preminenza rispetto all’interesse privato”. Con la riforma urbanistica si voleva contrastare la speculazione dei grandi costruttori, favorire l’edilizia popolare e riconoscere il regime pubblicistico delle aree edificabili, da applicarsi in relazione alle effettive esigenze abitative.
Il progetto fu patrocinato dal Ministro democristiano Sullo. La visione di Sullo si ispirava alle misure adottate dal governo laburista in Gran Bretagna e dava il potere ai Sindaci di espropriare i terreni destinati allo sviluppo delle loro città concedendo ai privati la licenza di costruire dopo avere realizzato le opere di urbanizzazione. Le norme della legge urbanistica prevedevano la possibilità generalizzata di espropriare tutte le zone comprese nei piani particolareggiati. Un coraggioso piano che attirò l’ ostilità dei grandi costruttori ma anche di milioni di piccoli proprietari, aizzati dalle campagne denigratorie della destra conservatrice. Il PSI, provò, soprattutto con Lombardi e Pieraccini a mediare con la DC proponendo delle migliorie alla Riforma, ma l’ostracismo divenne così radicale, che portò alla rottura fra la DC e il PSI.
G. Tamburrano in Storia e Cronaca del Centro-Sinistra, ha definito l’“affossamento” della proposta di riforma urbanistica, del democristiano Fiorentino Sullo una delle pagine più tristi della storia del Centro-Sinistra: questa legge sarebbe andata a colpire interessi consolidati e speculativi che avevano potuto trarre ingenti profitti e dilagare nelle più grandi città della penisola con il boom delle costruzioni che si era manifestato negli anni del “Miracolo”.
Cinquant’anni fa abbiamo perso una grande occasione, ma oggi come possiamo rimediare?
Antonio Tedesco
nella foto Pietro Nenni con Aldo Moro, Lombardi e De Martino, Archivio fotografico della Fondazione Nenni