Il 29 settembre prossimo si inaugurerà a Predappio, nei locali della casa natale, una mostra significativa dedicata al Mussolini giovane, al Mussolini socialista (1901-1914). Una iniziativa coraggiosa assunta dalla giunta comunale (Pd) e, in specie, dal sindaco Giorgio Frassineti. La mostra,che durerà fino a marzo e alla quale ha lavorato un comitato scientifico (me escluso) di tutto rispetto, vuole rappresentare il giovane Mussolini per quello che fu negli anni della formazione e poi del debutto in politica, cioè socialista con forti venature massimaliste e populiste. Il quale toccò uno dei vertici della propria cultura agitatoria col riuscito sciopero generale contro l’intervento italiano in Libia nel 1911: lui ventottenne direttore di “Lotta di classe” e segretario della Federazione socialista di Forlì insieme a Pietro Nenni, ventenne (in politica però da qualche anno) segretario della Camera del Lavoro repubblicana di Forlì. Un riuscito, dicevo, sciopero generale che costò ad entrambi una non breve permanenza in carcere. I due dovevano ritrovarsi dieci anni dopo a Milano in campi opposti: Mussolini fautore della violenza squadrista diretta soprattutto contro i socialisti da cui proveniva e contro l’Avanti! (di cui Benito era stato direttore) e Nenni che, proprio di fronte al giornale devastato dalle squadracce fasciste, decideva di iscriversi al Partito Socialista divenendone presto uno dei leader, in Italia e poi in esilio, in Francia.
Ho voluto fornire notizia della mostra di Predappio e ricordare il sodalizio e poi la rottura traumatica fra Mussolini e Nenni anche perché sulla memoria socialista si è esercitata, a destra e a sinistra, un’opera sistematica di cancellazione dalla faccia della storia. Fino a far apparire il Psi nato e morto con Bettino Craxi, tutt’uno con lui. Difatti siamo il solo Paese europeo nel quale non esiste un Partito Socialista importante, significativo. Siamo il solo Paese europeo nel quale la sinistra non ha alla sua testa una forza socialista moderna che si richiami al Partito Socialista Europeo. Non vollero alzare questa bandiera europea né Occhetto dopo la caduta del Muro di Berlino, né gli altri leader post-comunisti. Col risultato che il Partito Democratico sta ora esprimendo un presidente del Consiglio Enrico Letta) ex dc e presto esprimerà un segretario e candidato premier (Matteo Renzi) anch’egli ex dc. Damnatio memoriae.
Vittorio Emiliani
Lodevole inziativa anche se il Socialismo andrebbe riportato anche a radici ancora più lontane e ai suoi fondatori. Quanto al resto, che dire…finché certi socialisti agiranno più come valvassini e valvassori piuttosto che come socialisti, non avremo nemmeno l’ombra del sol dell’Avvenire..sembra un ossimoro ma il vero ossimoro è il PD. In alternativa ad esso, e non con esso, i veri socialisti dovrebbero fare qualcosa di serio in Italia