La proposta di Letta di introdurre il finanziamento pubblico dei partiti sul 2 per mille nella dichiarazione dei redditi è caduta. Ora “studiano un altro sistema”. Se ci è permesso di aiutarli, ne proponiamo uno semplice ed efficace. Nel 1993 un referendum abrogò il finanziamento pubblico fondato sul contributo dello Stato. Bisogna tornare a quel sistema, modificandolo, perché non incorra nell’ira degli elettori. Il principio è lo stesso: il contributo dello Stato, ma un contributo congruo che non “obblighi” i partiti a chiedere soldi sporchi (Tangentopoli 2). La seconda modifica fondamentale riguarda i controlli che debbono essere severi, fermi. Si dia ai partiti, architrave della nostra repubblica, quanto è necessario per funzionare, si dia applicazione all’art. 49 della Costituzione che riconosce l’importanza fondamentale dei partiti ma ne chiede la regolamentazione e si introducano controlli all’entrata e soprattutto accuratissimi all’uscita delle spese dei partiti con un sistema di revisione esterna, capillare, per accertare se i partiti hanno speso di più di quanto hanno incassato, con accurate, oculate pezze d’appoggio. Diamo l’incarico all’orco della Agenzia delle Entrate? Per capirci: quando mia moglie mi manda a fare la spesa pretende gli scontrini: e le spese debbono corrispondere alle somme che mi ha dato (aiutando anche la lotta all’evasione!).
Se l’idea è buona intervengano i nostri lettori a discutere. Chissà che non nasca un Movimento come quello di venticinque anni or sono! Silla Cellino riprendiamo quella battaglia?
Giuseppe Tamburrano
Lo scoglio principale è che i partiti non sono più le articolazioni di allora, né hanno una struttura democratica che possa costituire un supporto efficace ai necessari controlli. Abbiamo assistito negli ultimi anni, a cominciare da Forza Italia, ma per proseguire anche con Di Pietro, Monti, Grillo e perfino Scilipoti, ad un proliferare di partiti personali che formano la loro volontà a seconda del capriccio del capo, il che in certi casi ha come conseguenza anche l’allentamento del vincolo di appartenenza. In queste condizioni parlare di una restaurazione del finanziamento pubblico, anche nella forma per la quale ci siamo battuti ormai tanti anni fa, mi pare poco praticabile se non partiamo da una riforma della concezione di partito e proprio dall’attuazione dell’art. 49. Magari cominciamo la discussione proprio da questo, il resto potrebbe anche venire di conseguenza.
Silla Cellino
PS. Mi fa molto piacere il ricordo della nostra vecchia amicizia