Più giornali leggo e meno ci capisco. Ad esempio si discute della retroattività della legge Severino. Ma Berlusconi è stato condannato per fatti che erano reati, commessi prima di quella legge: non c’è dunque un problema di retroattività. La legge Severino prevede la decadenza e l’incandidabilità per il condannato a più di due anni di reclusione, ma a parte la questione della non retroattività della norma sollevata da Violante, prima di quella legge restava parlamentare anche chi veniva condannato a 30, 40 anni di reclusione? Inoltre gli adempimenti necessari al processo di decadenza sono tali e tanti che scavalcheranno le prossime elezioni (V. il Corriere della Sera del 31 agosto 2013).
Se qualcuno mi illumina avrà la mia gratitudine.
Ma vengo al punto che mi interessa. Io credo che se Berlusconi dichiara di ritirarsi dalla vita politica – e ne ha diritto a quell’età – ottiene, se la chiede, la grazia da Napolitano. Poi si cerca una Hammamet, in qualunque località, in uno dei continenti che non estrada cittadini italiani – e si gode la vita con la sua Francesca. Scommetto che uscito dalla scena politica Berlusconi godrà dell’indulgenza giudiziaria. Comunque, lui se ne può disinteressare.
Che cosa succede in Italia con l’eclisse di Berlusconi? Il suo partito si sgretola: una parte resterà berlusconiana dura e pura. Ci vedo alla testa quella specie di Marine Le Pen (non Marina Berlusconi) che è la Santanché. Un’altra parte s’intrupperà nel centro: un centro guidato da Enrico Letta con transfughi dal PDL e dal PD (dove vanno ad esempio Fioroni ed altri?) e i seguaci di Monti, Casini, Montezemolo, ecc. Il PD assorbe SEL e diventa, con grande sforzo, una specie di partito di sinistra.
E Grillo? Si divide e si ridimensiona – l’inceneritore di Parma che ha vinto su Pizzarotti sarà un simbolo – e diventa un movimento extra sistema come ve ne sono in altri paesi europei.
Se questa nuova articolazione di forze che richiama in buona parte la Prima Repubblica riuscisse a varare una legge elettorale a doppio turno alla francese, il sistema potrebbe funzionare.
Lasciatemi sognare!
Giuseppe Tamburrano
Caro Professore non è il solo a sognare se ciò le può dare sollievo. Ma l’Italia non potrà continuare a sottrarsi ancora a lungo dai meccanismi politici europei. L’anno prossimo voteremo per schieramenti e candidati precisi alle elezioni europee e il primo effetto positivo che si intravede dalla fine (politica) del cavaliere è che anche da noi PPE e PSE godranno di maggior appeal rispetto al passato prossimo.
Un ultima considerazione mi tocca farla sulla questione generazionale. Non so lei, ma tra i più lucidi commentatori politici che mi capita di leggere le indico di seguito i primi (e forse gli unici) 5 (elencati in una classifica casuale) Formica, Pomicino, Tamburrano, Macaluso, Benzoni.
Secondo lei è possibile che arrivato alla soglia dei fatidici 50, sia stato colto da un impeto antirottamatorio, oppure c’è una qualche oggettività in questa mia percezione?
Caro Tamburrano avete pubblicato il mio scritto IL DIFETTO STA NEL MANICO, che cercava di spiegare il problema della decadenza e dell’ineleggibilità di Berlusconi. Sono due problemi distinti La legge Severino si occupa dell’incadidabilità e i suoi effetti li vedremo al momento delle prossime elezioni se <Berlusconi si candida. Però c'è la norma generale per cui una causa sopravvenuta di ineleggibilità si trasforma in incompatibilità di questo si discute. Questione diversa di quando viene definitiva l'interdizione dai pubblici uffici che è invece una decadenza
Se le cose dovessero realmente andare così, in Italia potrebbe aprirsi un piccolo spiraglio di speranze per ricostruire una autentica sinistra italiana!
Il Partito Democratico è stata la peggior alchimia politica che gli eredi di Moro e Berlinguer potessero ideare.
Oggi, quel gran partito della sinistra che aveva ereditato la storia del PCI (e qualche socialista) quali i DS si vedono annullare le proprie idee e la propria storia da una minoranza popolare e democristiana che, con pazienza ha atteso quel che ora sta accadendo. Controllare il partito e governare il paese.
Come da classica tradizione democristiana. Questi signori hanno utilizzato la forza che i DS avevano dalla base militante, dalle sezioni, dalle ormai scomparse Feste de l’Unità per costruirsi uno spazio. E anno dopo anno, sono riusciti nel loro intento.
Quando il PD nacque ero iscritto ai DS dopo anni di militanza nel PRC. Ho tentato di comprendere e militare nel PD. Ma proprio non ci sono riuscito. Il PD è morto. O almeno, ad essere morta definitivamente è la sua parte autenticamente progressista, riformista e di sinistra.