-di ANTONIO MAGLIE- Finalmente la sinistra (vecchia che spera di essere nuova) ha individuato le fondamenta più solide su cui ricostruirsi: la “politicità” dell’abbraccio. Da questo punto di vista, quella alle spalle è stata una settimana significativa, dominata da una domanda a dir poco epocale: quanto Pisapia è amico della sinistra e quanto, invece, è […]
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Trentin e il “teatrino” della politica italiana
-di MAURIZIO BALLISTRERI- Non ci sono sconti per quasi nessuno dei leaders politici e sindacali del tempo, nei “Diari 1988-1994” di Bruno Trentin, recentemente pubblicati. Trentin, con un eccesso di distacco intellettuale che sconfina sovente nel sussiego, quasi che l’autore dei diari non fosse stato un leader prestigioso della Cgil ed esponente e parlamentare del […]
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Per una sinistra che dia rappresentanza al suo “Popolo”
–di FELICE CARLO BESOSTRI- Lettera di Felice Besostri agli organizzatori di Brancaccio e Santi Apostoli Dal Brancaccio a Piazza Santi Apostoli ci sono 2 km e a piedi ci vogliono 24 minuti.Ma io ci arriverò dopo 13 giorni, ma non sarà un punto di arrivo, ma una nuova tappa sulla via della costruzione/ricostruzione di […]
Read moreLa sinistra ora prenda una posizione sull’Europa
-di CESARE SALVI- La situazione politica italiana si viene, al tempo stesso, semplificando e complicando. La semplificazione deriva dalla riproporzionalizzazione del sistema elettorale e dal nuovo assetto politico che si viene delineando nel centro-sinistra e a sinistra. Può sembrare strano parlare di semplificazione con riferimento a questi dati, quindi proverò a spiegare questa affermazione. L’effetto […]
Read moreDeborah Serracchiani, la “falchetta” renziana
“Pisapia è la sinistra a cui guardare, ma non pensi chi è uscito dal Pd di rientrare con quel listone. La soluzione non è girare le spalle, vigliaccamente andarsene e poi condizionare il partito da cui si è usciti, non ci faremo condizionare”. Deborah Serracchiani forte del sostegno popolare di cui gode in Friuli Venezia […]
Read moreElezioni, ora Renzi rifletta
-di ANTONIO MAGLIE- Matteo Renzi ha ragione: queste elezioni amministrative (parziali poiché solo un quarto del corpo elettorale è andato alle urne) non sono un test per il suo governo. Pertanto il fatto che abbiano prodotto risultati deludenti non lo obbliga ad abbandonare la poltrona di palazzo Chigi: non erano un test su di lui […]
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