-di PIERLUIGI PIETRICOLA–
Nonostante le raccomandazioni da parte del mondo scientifico, perlomeno quello più serio e competente, a saper valutare e distinguere ciò che accade d’attorno, non pare arrestarsi l’infodemia sulla diffusione del Sars-CoV-2 in Italia. Come rimediare a questa malevola tendenza? Con la lettura, per esempio, di un libro bellissimo: Ombre allo specchio. Bioterrorismo, infodemia e il futuro dopo la crisi di Maria Rita Gismondo. Un toccasana fra le tante mezze verità spacciate per serie valutazioni scientifiche. Con la Professoressa Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze presso l’Ospedale Sacco di Milano, oltre a far chiarezza sulle ultime novità relative al Sars-CoV-2, approfondiremo di settimana in settimana i contenuti del suo libro che, a poche settimane dall’uscita, sta riscuotendo molto successo.
Professoressa, partiamo dalle notizie relative ai contagi. Parrebbe che i numeri siano in aumento.
In aumento non direi. C’è una situazione altalenante che, osservata nell’insieme, fa registrare alla curva una lieve risalita. Ma non parlerei propriamente di aumento dei contagi. Come ho già più volte detto, si tratta di focolai infettivi che sono normali manifestazioni quando ci si avvia alla conclusione di una pandemia. Questo non va mai dimenticato. In più le persone che oggi sono contagiate dal Sars-CoV-2 non sono malate, perché non sviluppano la patologia legata al virus, il Covid-19.
Sarà lo stesso anche quando verrà la seconda ondata?
Quale seconda ondata?
Ne parlano quasi tutti.
Saranno tutti dei maghi. Io faccio la scienziata e mi baso su certezze, non su supposizioni. Ognuno si riferisce a ciò che meglio crede. Se nel caso peggiore si dovesse assistere ad un incremento – e sottolineo: incremento – dei contagi, non si commetta l’errore di pensare che torneremo alla situazione di Febbraio o Marzo. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Adesso sappiamo come trattare questo virus e le persone non hanno nulla da temere. Questa condizione generalizzata di panico non fa bene a nessuno. È peggio del virus.
Quindi sarebbe insensata la proroga al 31 Ottobre prossimo dello stato di emergenza?
Si tratta di una manovra politica che non ha nulla a che fare con la scienza. Dal punto di vista sanitario non cambia nulla. Noi siamo pronti. E quando dico “noi” intendo tutti gli scienziati veri che invece di andare in televisione più ore al giorno ogni giorno come le soubrettes, hanno lavorato e continuano a lavorare in modo serio per curare al meglio le infezioni da Sars-Cov-2.
Il vaccino contro il Sars-CoV-2: pare che gli anticorpi sviluppati da quello messo a punto ad Oxford non durino così a lungo.
Se ne parla, ma ancora non vi sono studi che ci diano la certezza inequivocabile di questo dato. Come vede, prima di mettere a punto un vaccino e distribuirlo occorre molto tempo, soprattutto perché non deve essere dannoso per l’organismo umano.
Veniamo a parlare del suo libro. Come è nata in lei la passione per la medicina?
C’è sempre stata. Fin dalle elementari direi. Lei calcoli che il fratello di mia madre, mio zio, era un medico. Vi ero molto affezionata e quindi anche questo è stato un aspetto decisivo per ciò che poi avrei fatto da adulta. A ciò si aggiunga anche la mia voglia, il desiderio che ho di dedicarmi agli altri. Io faccio molto volontariato. Tutto questo ha determinato la mia decisione di essere medico.
Come racconta nel libro, sua madre non condivideva questa scelta e la contrastò.
Per mia madre quello di medico era un lavoro pericoloso e inconciliabile con la famiglia. Stiamo parlando di anni differenti rispetto ad oggi, e non mi fu possibile oppormi. Quindi mi iscrissi a scienze biologiche promettendo, però, a mia madre che il giorno stesso della laurea mi sarei immediatamente segnata a medicina. Cosa che feci puntualmente. Io sono nota per la mia caparbietà e per la mia determinazione.
Le piacque il percorso di studi che fece in scienze biologiche?
Li considero anni di utili letture. Ma non così tanto per la medicina. Si tratta di un buon terreno di partenza.
Come è nata in lei la passione per i virus e i batteri?
Ho sempre nutrito profondissimo interesse per ciò che è piccolo. Mi appassiona immensamente questo mondo. Perciò mi sono messa a studiare i virus, i batteri e i microbi.
Che visione ha lei dei virus e dei batteri, questo mondo apparentemente invisibile ma col quale conviviamo tutti i giorni?
Si tratta di due forme di vita all’opposto. I virus sono parassiti a tutti gli effetti, che hanno bisogno di un organismo altrimenti non possono vivere. I batteri, invece, sono autonomi e permettono la vita; pochissimi di essi causano malattie gravi. I batteri sono nostri amici, ci proteggono.
Studiandoli ogni giorno e da vicino, le è mai parso che virus e batteri abbiano una loro intenzionalità che si declina differentemente da noi?
Magari avessero una loro volontà! Purtroppo così non è. Tuttavia, se ampliamo il punto di vista, possiamo dire che vivono all’interno di un grande ordine e del quale sono componenti fondamentali. Talvolta essi si mostrano benevoli, talaltra malevoli. Dinamiche che appartengono a quest’ordine.
In che modo è cambiata la sua visione del mondo grazie allo studio di questi micro universi?
Personalmente ho la stessa impressione che si ha quando, ad esempio, ci si rammenta del tavolo della nonna pensando a come lo vedemmo da bambini. Nel ricordo sembra grande, ma nella realtà non così tanto. Quando mi calo nel micro universo dei virus e dei batteri, il mondo mi pare distantissimo. E sono avvinta, affascinata da come questi microrganismi abbiano una potenza vitale e produttrice naturale ed enorme che noi esseri umani riusciamo a raggiungere solo grazie a tecnologie messe a punto dopo anni di studio e ricerca per realizzarle. In tal senso si tratta di un vero miracolo, al quale si dovrebbe pensare sovente.