In Germania più tempo di libertà per le cose private di chi lavora in fabbrica

-di ANTONELLO DI MARIO-

Fa notizia l’intesa determinata dai metalmeccanici tedeschi  in Baden-Wuerttenberg, località nei pressi di Stoccarda che prevede un aumento salariale del 4,3% e la settimana lavorativa da 28 ore. Si tratta di un “accordo pilota” che riguarda circa 900mila addetti ma che il sindacato tedesco dell’Ig Metall potrebbe far presto diventare la piattaforma rivendicativa della più potente organizzazione sindacale in Europa. Molti, tra gli addetti ai lavori, giudicano questa novità come il segnale di una nuova flessibilità sociale che caratterizzerà il mercato del lavoro in Germania, basata, però’ sul principio condiviso che la ricchezza prima si produce e solo dopo si distribuisce.

Nel merito l’accordo in questione prevede un aumento nominale dei salari del 4,3% per 27 mesi, fino al 31 marzo 2020 (contro il 6% richiesto) con due una tantum: 100 euro per coprire i mesi di gennaio e febbraio, che verranno pagati in aprile, e un premio annuale pari a 400 euro (parte fissa) più il 27,5% dello stipendio (parte variabile).

Invece, per quanto concerne il punto della “settimana corta” i lavoratori con due anni di anzianità potranno optare per una settimana di 28 ore,contro le 35 attuali, per un periodo tra i sei mesi e i 24 mesi: potendo poi tornare al proprio lavoro a tempo pieno. Questa facoltà viene riconosciuta a chi ha bisogno di tempo libero da dedicare ai figli o alla cura delle persone anziane: a questo proposito, ai lavoratori viene anche consentito di scegliere a favore di 8 giorni di ferie, rinunciando a una parte dello stipendio. I datori di lavoro hanno ottenuto in cambio di poter aumentare la quota di contratti con 40 ore settimanali sul totale della forza lavoro .

 “E’ un esempio positivo per l’Europa intera”, fanno sapere i sindacati europei dell’Etuc, secondo cui l’intesa stretta dall’ Ig Metall “fissa un precedente che sarà verosimilmente seguito” anche nel resto della Germania. “L’Europa ha bisogno di un aumento di stipendio, e chiunque è d’accordo che la Germania può permettersi aumenti”, ha dichiarato il vice segretario generale dell’Etuc Peter Scherrer, “questo accordo è molto positivo perché dà un aumento salariale sostanziale e dà ulteriore flessibilità ai genitori che lavorano”. Anche perché, ha aggiunto, “con più soldi da spendere i lavoratori compreranno più beni e servizi e spingeranno gli affari”.

Il presidente dell’Ig Metal Jorg Hofmann ha parlato di un accordo che è una “pietra miliare” per il mondo del lavoro e che stabilisce come d’ora in poi “la flessibilità non sarà più un privilegio del datore”. La Linke, il partito politico tedesco di sinistra, ha invece detto di essere insoddisfatta perché nonostante quello dei metalmeccanici sia un settore in continua crescita l’aumento della paga stabilito dall’accordo è al di sotto del 6 per cento richiesto: la flessibilità, dicono, continua insomma “a essere unilaterale da parte dei dipendenti”.

A guardare come sono andate le cose in questa vertenza contrattuale risalta un dato innegabile: i lavoratori in busta paga non riceveranno quanto chiedevano dall’inizio, ma si ritroveranno più tempo disponibile per loro.

Insomma, il sindacato metalmeccanico in Germania ha “spuntato” spazi a favore della vita privata di chi lavora in fabbrica.

Un segnale ben preciso in attesa del nuovo governo di Angela Merkel che ancora una volta poggerà sulla grande coalizione dei cristiano-democratici e dei socialisti destinati a gestire un’economia nazionale che cresce, ma che non è più la “locomotiva d’Europa” degli anni trascorsi.

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