Oggi, alla Camera dei deputati, è andata in onda l’immagine avvilente della politica italiana, tra franchi tiratori che hanno ribaltato quella che doveva essere una “maggioranza bulgara” sulla legge elettorale, accuse di tradimento con tanto di conferme fotografiche (il tabellone luminoso che per un disguido ha trasformato il voto da segreto in palese mostrando chi aveva votato contro gli ordini di scuderia: in massa quelli del Movimento 5 stelle), ordini ai parlamentari pentastellati di seguire una particolare procedura per poter pubblicamente verificare la fedeltà alla linea imposta da Beppe Grillo. La “brutta politica” esibita con orgoglio e sostanziale indifferenza nei confronti del giudizio dei cittadini. Un “teatrone” degli inganni da cui emerge sfiducia e avvilente scorrettezza: ma se i partiti e le persone che in Parlamento dovrebbero operare per il bene comune in realtà si confrontano nascondendo il coltello dietro la schiena, possono i cittadini riporre in loro la propria fiducia? Se pur avendo raggiunto un accordo (fondato sulle reciproche convenienze: al voto, al voto!), riescono a farsi i dispetti come una qualsiasi scolaresca ingovernabile, come possono gli elettori affidare fiduciosi a loro i propri destini? Quella che i “quattro leader” (Renzi, Grillo, Berlusconi e Salvini) stanno fornendo è la versione peggiore della politica. E quella che i parlamentari stanno accettando è la forma peggiore della politica, una forma che li riduce al rango di comparse inutili pronte, però, al momento opportuno, a cogliere l’occasione della vendetta “anonima” per segnalare la propria presenza: fantasmi senza storia, senza onore e, soprattutto, senza coraggio. Una classe politica di questa infima levatura un paese non lo salva. Lo manda al macero. Ed è quello che in larga misura sta accadendo.