La imminente reintroduzione dei voucher ricorda un famoso film che si identifica soprattutto con gli interpreti principali: Paul Newman e Robert Redford. L’avvilente riedizione italiana, invece, si identifica più con il regista (che, al contrario nella pellicola americana, venne “oscurato” dalla grandezza degli interpreti), Matteo Renzi, che con gli interpreti, personaggi di contorno in questa pochade che ha una sola, vera posta in gioco: le elezioni anticipate. Perché quella messa in scena nelle aule parlamentari non può essere definita altrimenti: è la nuova “stangata”. Con un rapido intervento normativo, il governo Gentiloni aveva abolito i voucher, evitando così il referendum. Ora, rinascono, più belli “che pria”, come avrebbe detto Petrolini grazie a un emendamento inserito nel corpaccione normativo della manovra e, per giunta, proprio nei giorni in cui si sarebbe dovuto svolgere il referendum chiesto da tre milioni di persone che avevano firmato ai banchetti organizzati dalla Cgil. C’è altra maniera per definire una così perfetta presa per i fondelli dei principi democratici?
Una furbata che si ritorcerà contro chi l’ha pensata
Mi piacerebbe sapere come?!
Nel 2012-2013 qualcuno come il sottoscritto si diede da fare ma una sacco di connazionali se ne fregarono in massa contro gli sforzi di poca gente.