Corte dei conti: pressione fiscale nel mirino

-di SANDRO ROAZZI-

La Corte dei Conti deve essersi… impietosita della solitudine del Ministro dell’economia, Padoan, e gli consegna l’immagine di una economia che sta progredendo, anche in termini qualitativi. Ma mette anche il dito sulla situazione fiscale e, soprattutto, su un debito che monta come un souffle’. Un piccolo imprenditore fra costi societari, tasse e contributi lascia sul terreno il 64% di quello che entra in cassa. 25 punti in più di quello che sborsa un concorrente europeo. Certo, molte piccole imprese lavorano per il mercato interno ma anche da questo punto di vista lo squilibrio è evidente: mortifica gli onesti, spinge i più disinvolti ad occultare, offre motivi sostanziosi all’area del lavoro nero.

Il cuneo fiscale resta comunque un problema per tutti, ricorda la Corte, soprattutto per il segmento economico delle medie imprese: il carico è del 10% superiore alla media europea e si porta via quasi il 50% del reddito faticosamente messo insieme. Troppo e non solo se si pensa alla concorrenza, ma anche se si guarda alla situazione di bassi salari che continua a governare le buste paga del lavoro dipendente. Senza parlare dell’ossigeno che manca agli investimenti.

Come meravigliarsi allora delle migliaia di 40enni che lasciano l’Italia in cerca di fortuna al pari dei loro connazionali più giovani? Questi ultimi cercano un futuro, i primi cercano di esorcizzare la perdita del posto di lavoro ma anche di vedersi riconoscere le professionalità conquistate sul campo e la qualità del lavoro svolto e che evidentemente all’estero è più apprezzata.

Le sfide dunque non mancano: il punto di svolta dovrebbe essere una impennata durevole della crescita. Lo pensa la Corte dei Conti quando teme che le privatizzazioni non aiutino più di tanto la riduzione del debito e quindi puntano di più su un calo del debito costante e sorretto da una ripresa più vigorosa. Lo fa capire l’Istat quando nella nota mensile segnala che la crescita continua ma a basse velocità. A questo punto l’interrogativo è…semplice: lo capirà anche la classe dirigente del Paese?

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