Il Califfato del terrore

IL CALIFFATO DEL TERRORE-LUCIANO PELLICANI-

Alcuni anni fa, Gilles Kepel – divenuto celebre a motivo del suo fortunato slogan “ la rivincita di Dio”– pronosticò l’imminente fine del Jihad globale a motivo dell’esaurimento della suo furore pantoclastico . E invece il fondamentalismo islamista, simile all’Araba Fenice, è risorto dalle sue ceneri e in forme ancor più aggressive e preoccupanti . E’ accaduto che , quasi contemporaneamente al massacro dei redattori della rivista “Charlie Hebdo” — che tanto ha traumatizzato gli europei – il carismatico leader del nuovo Jihad , Abu Bakr al Baghdadi , dopo aver proclamato la restaurazione del Califfato, ha pubblicamente dichiarato che il suo irrinunciabile obbiettivo è la conquista di Roma. Ciò indica chiaramente non solo che il duello esistenziale fra il fondamentalismo islamista e l’Occidente non è punto terminato; indica anche che è destinato ad assumere inquietanti dimensioni. E questo per almeno due motivi. Il primo è che ora gli “zeloti della Sharia” – determinati come sempre a purificare il Dar al-Islam cancellando la corruttrice influenza del Grande Satana – dispongono di uno Stato – l’Isis – in grado di autofinanziarsi e di esercitare la sua piena sovranità su una vasta regione popolata da milioni di sudditi. Il secondo è che quello che è stato giustamente definito il “Califfato del terrore” è diventato una potente calamita per tutti i musulmani che , animati da un odio estremo per l’Occidente e i suoi valori “pagani” , desiderano ardentemente assumere l’esaltante ruolo di “guerrieri di Allah”.

E , infatti, il 50 per cento dei miliziani dell’Isis vengono dai Paesi arabi , ai quali si devono aggiungere ben 3 mila provenienti dal cuore dell’Europa. Né è tutto. I dati pazientemente raccolti dai centri di ricerca certificano che fra i “musulmani europei ” fortissima è la simpatia per lo Stato islamico e persino per la violenza terroristica esercitata , in nome di Allah, contro gli infedeli.

Tutto ciò testimonia che quella sin dal 1990 descrissi come “la guerra culturale fra l’Occidente e l’Islam ” continua a dominare la scena mondiale. Quale sarà l’esito dello scontro fra la Città sacra e la Città secolare – due modelli di civiltà radicalmente incompatibili — non è dato prevedere. Ma è senz’altro dato prevedere che esso può alterare profondamente il sistema di valori dell’Occidente. E questo perché – come ha ammonito Nietzsche – “quando si combatte contro un mostro, c’è il rischio di diventare un mostro”.

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