– di GIUSEPPE TAMBURRANO –
E’ scritto bene, qua e là benissimo, il grosso volume di Claudio Martelli: “Ricordati di vivere”. Ma non è quel che ci aspettavamo da lui. Numero due del PSI egli ha condiviso la linea di Craxi ed è stato segretario lui stesso quando Craxi ha occupato la poltrona di Palazzo Chigi. Non solo dunque sa tutto, ma ha concorso a fare tutto della politica del Partito e più volte indipendentemente da Craxi (ad esempio durante il periodo da Ministro della Giustizia).
Voglio sgombrare il campo dei miei rapporti con lui (che non sono stati molto stretti). Egli racconta di essere stato l’autore della riforma dello Statuto che al Congresso di Palermo portò Craxi alla elezione diretta da parte dei delegati. Racconta male: quella riforma è opera mia e so io quanto c’è voluto per convincere Craxi che temeva l’imboscata tra i delegati al Congresso; ma gli piaceva la prospettiva di essere il leader eletto non nel ristretto conclave della Direzione e attraverso trattative, compromessi, mediazioni – ma direttamente dai militanti, il che gli avrebbe dato una grande forza. Del resto noi della Fondazione Nenni gli siamo grati per averci dato i mezzi per nascere che io gli chiesi quando mi propose di lasciare la sezione cultura per un altro incarico.
Il libro di Martelli è bello ma è pieno solo di sé, delle sue iniziative, operazioni, rapporti esterni e relazioni sentimentali; c’è poco il Partito, c’è –inevitabile! – Craxi che domina. Io mi sarei aspettato almeno due cose da Martelli: il giudizio approfondito ed articolato sul Partito: un bilancio a prescindere dalla persecuzione giudiziaria, mediatica e comunista che l’ha portato alla fine. Ad esempio si è fatto il possibile per un riavvicinamento col PCI terremotato dal crollo del Muro di Berlino? Che cosa ha fatto Martelli che ad un certo punto si è reso autonomo da Craxi?
Questi argomenti non sono nel libro. E’ il passato! E il futuro? Con il suo pedigree non crede Martelli di poter fare qualcosa per riavvicinare i tanti socialisti dispersi almeno per parlare dei nostri valori oggi: oggi, nella crisi epocale del capitalismo finanziario industriale globalizzato, e nell’offuscamento dei valori della democrazia, l’unica voce che avrebbe eco sarebbe quella di un moderno socialismo. Invece Martelli punta su Renzi “per fare quello che voleva Bettino, per asfaltare i comunisti”: “asfaltare i comunisti?” Cos’è? Vecchio berlusconismo? E Renzi li “asfalta” chiedendo il voto del PD?
Abbiamo puntato inutilmente su Amato. Non credo che possiamo sperare in Martelli. Comunque, noi siamo qui con gli ideali “immortali” (Turati) del socialismo e ti siamo grati per averci aiutato a nascere.
Giuseppe Tamburrano
(nella Foto, Bettino Craxi e Claudio Martelli, Conferenza Programmatica del PSI, Rimini, 22-25 MARZO 1990. Archivio Fotografico Fondazione Nenni).
condivido in pieno, sono rimasto basito: come si può paragonare Renzi ai socialisti riformisti di quegli anni????