Dalla montagna che Grillo ha costruito sul panorama squallido della politica italiana cominciano a cadere i primi sassi: ne seguiranno altri e sarà una frana. Un tale soggetto, il Movimento 5 Stelle, non può –restando se stesso- mettere radici in un paesaggio che con tutti gli innumerevoli difetti, ha natura politica. Dicevano i romani (Orazio): “naturam expellas furca, tamen usque recurret”. E la politica non la puoi espellere dal terreno della politica. La classe dirigente italiana, tranne poche individuali eccezioni, è di bassissimo livello: non adempie il suo compito primordiale: risolvere i problemi della “gente”. E la gente si rivolta: astenendosi dal voto o votando per formazioni che esprimono la sua rabbia. Ma se tale rabbia non trova canali costruttivi (risolve i problemi) essa diventa delusione e provoca l’allontanamento di chi ci ha creduto.
Prendete il fascismo. Mussolini giocò tutto sul malcontento dell’Italia uscita dalla guerra e sull’inerzia della classe dirigente. Ma non usò il “blog”, cioè parole: usò la violenza piegando –con l’appoggio della classe dominante – la resistenza, imponendo la sua dittatura e facendo piazza pulita con un nuovo regime. Ma vilipendere col blog classe e sistema dominante non presentando un’alternativa è velleitario.
Le “camicie nere” di Mussolini erano i manipoli che dovevano fare “bivacco” dell’ “aula sorda e grigia” e non deputati e senatori che con tutti i distinguo e le opposizioni finiscono per integrarsi nel sistema: il quale seguendo la sua logica li assimila, li snatura. E alle sparate di Grillo, cominciano a reagire, prendendole per “sparate”.
Un sassolino, una pietra dietro l’altra, la montagna di Grillo si sgretolerà e partorirà un topolino. Se hai giurato guerra al sistema, guerra deve essere: altrimenti sono urla scomposte. La seduzione del potere, l’attrazione mass-mediatica, la routine dei meccanismi parlamentari disgregheranno il Movimento.
Giuseppe Tamburrano
Come oggi Grillo si avvale di Internet, anche Mussolini ai suoi tempi sfruttò appieno le potenzialità di uno strumento di comunicazione innovativo, molto utile alla propaganda del fascismo: la radio.