
Dopo i Fondi Pietro Nenni, Mauro Ferri, Gino Giugni, Giannino Parravicini un altro importante Fondo si aggiunge alla ricca collezione della Fondazione Nenni. Riordinate le carte di un’altra importante figura del 900′: Leo Solari. L’interessante documentazione donata dalla famiglia raccoglie le attività professionali, saggistiche, giornalistiche del manager europeista, socialista e partigiano,
Il Fondo raccoglie la documentazione della partecipazione alla lotta partigiana di Solari, alla militanza nella Federazione Giovanile Socialista, di cui divenne Segretario nazionale nel secondo dopoguerra, fino agli ultimi scritti sulla sinistra europea.
Europeista, ecologista, convinto sostenitore della moralità nella politica, la vita di Solari è raccolta nei suoi numerosissimi articoli che ha minuziosamente conservato. La sua sensibilità verso l’arte e la tutela dell’ambiente. Particolarmente interessante è il materiale relativo a Colorni figura con cui ha condiviso la resistenza. Tra i tanti documenti vi è l’importante lettera autografa originale di Eugenio Colorni agli amici federalisti in Svizzera nel 1943.
Molto interessante la raccolta di Opuscoletti rari di propaganda della FGS che risalgono all’inizio del 900′( 1907-1920) e di riviste socialiste di varie nazioni europee (1936-1946).
Ma chi era Leo Solari?
Nato a Genova nel 1919 ha studiato Legge e Scienze politiche, laureandosi a Milano con 110 e lode Alla sua tesi di laurea in giurisprudenza venne assegnato il premio Baldoni per un concorso di diritto internazionale. È autore di numerosi studi, pubblicazioni e articoli su impresa pubblica problemi del credito, aspetti dell’integrazione europea, questioni radiotelevisive.
Cresciuto durante il ventennio maturò intorno ai 18 anni alcune perplessità sul pensiero fascista. Grazie alle letture di Nietsche iniziò ad avere iniezioni romantiche e dopo la licenza liceale trascorse un breve periodo in Inghilterra dove frequentò giovani provenienti da una ventina di nazioni e organizzatori di cooperative operaie entrando in contatto con alcuni esponenti del Labour Party. Grazie ad alcune letture clandestine a cura del Prof. Calogero, di Giustizia e Libertà comprese che il suo ideale non era una formale libertà bensì una “sostanziale negazione del regime attraverso il radicale mutamento dell’ordine economico-sociale”. La sua adesione al socialismo avvenne in totale autonomia “ Ciò avvenne con assoluta spontaneità. Senza – desidero precisare – che io fossi indotto al nuovo orientamento da conversazioni o letture”. L’esperienza con gli alpini rappresentò una svolta per Solari: “tra gli alpini si poteva accentuare senza gravi rischi la propaganda antifascista. Ebbi tra gli altri un simpaticissimo comandante di compagnia che non faceva mistero delle sue idee antifasciste e , ogni tanto, quando riuniva gli uomini, li ammoniva a tenersi pronti per la rivoluzione. Si sentiva intonare nelle tende della nostra compagnia <bandiera rossa>”.
Solari nel 1941 aderì al MUP (Movimento di Unità Proletaria). Dopo l’armistizio venne catturato dalle S.S., evase e cominciò la sua avventura nella Resistenza “la più luminosa avventura della mia vita”.
Insieme a Matteo Matteotti, Bruno Conforto e Mario Zagari, riorganizzò la Federazione Giovanile Socialista. Direttore di Rivoluzione Socialista, organo della FGS, fu tra gli organizzatori in collaborazione con il PSIUP, della prima Brigata Matteotti. Conobbe e lottò insieme ad Eugenio Colorni maturando le sue posizioni europeiste. Il ricordo di Colorni sarà sempre presente nella vita di Solari: “Ho avuto occasione, proprio la notte precedente la mortale aggressione, di sentir esprimere Angelo (questo era, nella resistenza, il nome di battaglia di Eugenio Colorni), la mestizia del suo presagio, presagio che quella sera mi apparve senza ragione, ma di cui da allora mi è sempre più insistentemente tornato il ricordo….solo in seguito, molti anni più tardi credo di essere riuscito a trovare il perchè del ritornare della mia mente su quell’episodio. Era il riconoscere sempre più distintamente , col riaccostarmi al senso di quell’ora, il segno del sofferto messaggio espresso in tutto l’atteggiamento di Eugenio di fronte alla vita”.
Dopo la liberazione divenne segretario generale della federazione dei giovani socialisti e nel 1947 partecipò, insieme alla maggioranza della FGS, alla scissione di Palazzo Barberini, divenendo membro della direzione nazionale del PSLI. “La scissione dal PSIUP fu per me e per i giovani miei amici una mazzata…. La maggioranza della direzione della FGS, più che altro sotto la pressione dei risentimenti provocati dall’aspra lotta con i fusionisti, optarono per il P.S.L.I.”.
Nel 1948 si ritirò dalla vita di partito “..Continuammo ad agitarci nella vita politica, ma ormai su un terreno in cui non vi era più spazio per certi slanci romantici”.
Lasciata la politica, da cui rimase assente per circa un decennio, si concentrò nell’attività professionale.
Rientrò nel movimento socialdemocratico nel 1957, fu relatore ufficiale per la corrente di “Autonomia Socialista” al congresso di Milano del PSDI (1958). Membro del comitato centrale del PSDI e del comitato centrale della UIL. Nel 1959, insieme con Mario Zagari, Matteo Matteotti, Ezio Vigorelli ed altri diede vita al MUIS, poi confluito nel PSI, di cui fu membro del Comitato centrale. Impegnato nelle battaglie per la laicità, i diritti civili e la libertà di ricerca, ha rilanciato la rivista Sinistra Europea, tornata nelle edicole nel 1998. L’ultimo intervento fu compiuto davanti al Presidente della Repubblica, in occasione delle commemorazioni del centenario della nascita di Eugenio Colorni.
Quella di Solari è stata un intensissima attività professionale in vari campi, ricoprendo importanti incarichi tra i quali Vice presidente del Credito Italiano, Presidente di Rai Corporation, membro del CDA della Rai, presidente del SACIS, Presidente del CEEP.
Gli fu affidata la segreteria tecnica del Ministero delle partecipazioni statali e collaborò con vari Ministeri e con il gruppo Finmeccanica. Inoltre fu il fondatore del sindacato dei Dirigenti l’UDDA, di cui assunse la presidenza per molti anni. Fondò alcuni circoli Colorni e nella sua lunghissima attività da pubblicista si occupò di vari temi, divenendo negli anni sessanta uno dei primi a preoccuparsi del consumo del suolo e delle risorse naturali organizzando un importante convegno con l’UDDA e la FAO che fu preludio alla conferenza dell’ONU di Stoccolma . A cominciare dal 1969 cominciò una battaglia sui rischi della pubblicità. Una persona mite, un intellettuale lungimirante che ha dato un grande contributo di valori, di idee innovative, di sensibilità in tutti i campi in cui è stato chiamato a contribuire.