di Rita Borelli
Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre. In ogni caso, se lo avessi saputo, avrei fatto l’orologiaio.
Einstein: dopo Hiroshima e Nagasaki, Agosto 1945.
Nel mondo, in qualsiasi epoca dalla preistoria ai giorni nostri, l’uomo ha sempre scatenato violenti conflitti. In alcuni paesi più di altri, la guerra si protrae da decenni tanto che intere generazioni di giovani sono nati e continuano a vivere in questi luoghi considerando tale condizione uno status di normalità. Noi che per fortuna siamo lontani da questi scenari cruenti, ascoltiamo le notizie attraverso i telegiornali; ma dopo qualche tempo queste diventano per noi una routine quotidiana che guardiamo e ascoltiamo quasi con distacco.
Al teatro Argentina di Roma, in data secca, il Laboratorio Teatrale Integrato Gabrielli ha scelto di parlare di guerra. Lo spettacolo si intitola New Sparta. È una rappresentazione corale il cui scopo è quello di raccontare una guerra immaginaria ma non per questo meno feroce.
Un ragazzo si presenta davanti al pubblico e ci introduce brevemente nella storia irreale a cui assisteremo. All’apertura del sipario vediamo dei giovanissimi attori che si muovono velocemente da una parte all’altra del palcoscenico, ognuno svolgendo alacremente la sua attività lavorativa. Sono molto motivati ma anche in costante competizione tra di loro. La scenografia è semplice: al centro del palco una struttura mobile che viene spostata e girata su se stessa, in base alle necessità sceniche, dagli stessi artisti e che serve talvolta da podio, oppure viene utilizzata come camera.
Le vicende si svolgono nell’anno 2323 dopo la fine di una quinta guerra nucleare. I superstiti, per sfuggire alle radiazioni atomiche, vivono relegati su di un’isola galleggiate fatta di spazzatura il cui nome è New Sparta.
Gli abitanti di New Sparta sono tutti ragazzi e ragazze al di sotto dei 30 anni. Superata tale età infatti, questi devono lasciare l’isola per andare in un luogo meraviglioso chiamato Paradise Island. Almeno questo è quanto viene detto loro. La vita sull’isola sembra essere felice e trascorre tra canti balli e tanta allegria. È amministrata da tre Sapienti, che per avere un controllo totale degli abitanti e degli avvenimenti hanno creato quattro divisioni ognuna preposta allo svolgimento di precisi compiti. La Divisione Cura per accudire e nutrire tutti gli abitanti dell’isola; La Divisione Tec per svolgere attività tecnologiche necessarie all’isola; La Divisione Comba che effettua guerre virtuali atte a saccheggiare al resto del mondo derrate e materie prime necessarie a New Sparta; ed infine la Divisione Ute formata da giovani donne che vengono inseminate artificialmente e che devono assicurare la discendenza ai new spartani. Sull’isola è bandita ogni forma di sentimento o avvicinamento tra le persone e per raggiungere questo scopo vengono somministrate massicce dosi di Bromuro Trivalente spacciate per vitamine.
Una delle ragazze Ute partorisce prematuramente, e senza alcuna assistenza, il suo bimbo che vede e può stringere tra le braccia per la prima volta nella sua vita. È travolta da emozioni fortissime mai provate prima. Decide di sospendere l’assunzione di quelle vitamine e convince anche altri suoi amici a fare la stessa cosa. Depurati pian piano da quelle sostanze dannose, tutti iniziano a provare emozioni e sentimenti mai vissuti prima. Ovviamente questo nuovo status di coscienza fa vacillare l’organizzazione creata dalle tre Sapienti che non riescono più ad avere alcun controllo sugli abitanti dell’isola. Cercano di fuggire ma vengono uccise. L’epilogo non è felice neanche per tutti gli altri cittadini di New Sparta che si sono resi inconsapevolmente complici di azioni orribili verso gli abitanti della terra ferma. Saranno anche loro uccisi. Riusciranno a sopravvivere solo un ragazzo ed un neonato, quest’ultimo simbolo di rinascita e speranza per un mondo nuovo e migliore.
Una idea originale e una metafora che ci fa riflettere su ciò che accadrebbe se ci si lasciasse manipolare e raggirare, accettando supinamente scelte fatte da personaggi senza scrupoli che agiscono esclusivamente per la loro smania di potere e tornaconto personale. L’unica salvezza è pertanto imparare a ragionare autonomamente e riconoscere ciò che è giusto da ciò che non lo è.
Lo spettacolo è stato interpretato da 24 giovanissimi e talentuosi ragazzi, che hanno mostrato padronanza e un buonissimo livello di recitazione supportandosi vicendevolmente. Bellissima la conclusione che li vede tutti in circolo seduti a terra che intonano una dolce melodia alla luce di una candela e alla bellissima e armoniosa voce della solista. Un meritato elogio anche per l’idea di far recitare ragazzi con piccoli handicap di cui non si è in ogni caso notata evidenza. La freschezza e l’entusiasmo di questi giovani attori ha contagiato anche una platea numerosa che al termine ha regalato loro un lungo e meritato applauso. Sicuramente uno spettacolo convincente e senz’altro da consigliare.
Rita Borelli
Teatro Argentina
New Sparta
di Roberto Gandini e Roberto Scarpetti
scene e costumi Loredana Spadoni
musica Flavio Cangialosi
regia Roberto Gandini
maestra di coro Virginia Guidi
con Simona Alberi, Giorgia Aversa, Melissa Cahigan, Maura Ceccarelli, Alessandro Cianchini, Adriana Ciancio
Giulia D’Arcangelo, Alessandro Giorgi, Alexia Giulioli, Giulio Guerrisi, Michele Landolfi, Fabrizio Lisi
Edoardo Maria Lombardo, Alessio Mazzocchi, Aurora Orazi, Gabriele Ortenzi, Sofia Piperissa, Fabio Piperno
Anna Prinzivalli, Edoardo Ricotta, Rui Shan, Livia Spagnoli, Elisabetta Tarantini, Livia Travia
In collaborazione con le scuole
IIS Confalonieri – De Chirico, Liceo Scientifico Statale “Augusto Righi”
docenti Anna Cipolletta, Simona Miloni e Angela Salvi
Le scene e i costumi sono realizzati in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma
docente referente Antonella Marotta studenti laboratorio scene e costumi: Zoe Rosa Luna Cambi, Alessandra De Felice, Gabriele Del Brusco, Valentina Gafforio, Roberta Infante, Li Erica Jianghang, Denise Marino, Elisabetta Marsella, Rebecca Mazzuca, Valentina Meo, Sofia Minciullo, Iolanda Nicoletti, Jeysi Juliana Puccetti, Riccardo Risoldi, Serena Salzano
direttore di scena Paolo Ferrari
assistente alla regia Silvia Mirabelli
suggeritore Davide Marinacci
consulenza specialistica Maria Irene Sarti
consulenza pedagogica Anna Leo
segreteria L.T.I Piero Gabrielli Giorgio Lourier
ufficio stampa Maya Amenduni
foto di scena Achille Lepera
amministratrice di compagnia Gaia Polidori
segretaria di compagnia Chiara Preziosa
responsabile settore attività culturali Silvia Cabasino
staff tecnico del Teatro di Roma