-di PIERLUIGI PIETRICOLA–
Quella del Sars-CoV-2, adesso, è più un’emergenza o un’incapacità, da parte di chi di dovere, nell’affrontarla? Interrogativo non mio, ma che ha avanzato un grande giurista sulla cui competenza è difficile dubitare: Sabino Cassese.
Per la precisione Cassese, partecipando oggi ad una trasmissione televisiva, si chiedeva se la proroga dello stato di emergenza sia dovuta ad una urgenza fattuale effettiva o, al contrario, ad una incapacità nell’affrontare eventuali problemi che potrebbero incorrere in un eventuale ulteriore aumento di casi di malati da Sars-CoV-2. Il grande giurista ha osservato, e a parere di chi scrive giustamente, che l’aumento di casi positivi cui si sta assistendo in questi giorni altro non è che una recrudescenza del virus ampiamente prevedibile visto che si è ricominciato a vivere, pur con le dovute precauzioni.
Si sarebbe, semmai, dovuto provvedere per tempo a far fronte ad eventuali problemi, che la proclamazione dello stato di emergenza elude, sveltendo le varie procedure amministrative riguardanti, per esempio: l’acquisto, da parte dello Stato, di materiali medici utili a fronteggiare situazioni a rischio come quelle vissute nella scorsa Primavera; assumere urgentemente personale medico senza dover attivare le trafile concorsuale ben note (sono solo alcuni esempi; va da sé che in stato di emergenza si possono velocizzare molte altre procedure amministrative altrimenti troppo lunghe da realizzare).
Visto che la situazione di questi giorni era ampiamente prevedibile – si domanda Cassese – perché non si è provveduto per tempo ad introdurre forme più rapide così da rendere più agevole il percorso della ordinaria strada amministrativa quotidiana? Un interrogativo che, effettivamente, non trova risposta da parte di coloro che, invece, una risposta dovrebbero darla.
La prosecuzione dello stato di emergenza viene giustificata affermando che la curva dei contagi è in progressivo aumento. Naturalmente, i numeri sembrano dare ragione a tale asserzione. Ma come ogni buon matematico sa – basta leggere gli illuminanti libri di Paolo Zellini – il numero non è entità assoluta; esso va interrogato e interpretato, altrimenti non rivelerà nulla del suo contenuto.
La curva delle persone positive al Sars-CoV-2 è in aumento, così come è in aumento il numero di tamponi effettuati giornalmente. Viene, quindi, da pensare che ci sia una corrispondenza fra questi due elementi.
Altro fattore da considerare e che quasi nessuno mette in evidenza: allo stato attuale, si effettuano tamponi a tappeto mentre nella scorsa Primavera (all’apice, cioè, della curva gaussiana epidemica) venivano testate solo persone con sintomatologie evidenti e in stato avanzato della malattia Covid-19. Il contesto numerico di positivi, quindi, è nettamente diverso ora.
Ulteriore elemento: i più di 2000 positivi rilevati in questi ultimi giorni non sono – e sottolineo non sono – più di 2000 malati. Ciò vuol dire che questo numero non ci sta dicendo che in terapia intensiva sono attualmente presenti più di 2000 malati, bensì che vi sono oltre 2000 persone che nei giorni precedenti hanno incontrato il Sars-CoV-2 senza sviluppare la patologia Covid-19 con quel che ne consegue. A questo va aggiunto un altro elemento: ovvero che degli oltre 2000 positivi testati, il 95% non presenta sintomi; il restante 5% o ne presenta in quantità lieve o in quantità più importante. Fortunatamente pochissimi, in particolare chi ha un quadro clinico altamente sensibile, incorrono nella patologia Covid-19 e arrivare, purtroppo, a morire (e costoro, sia detto, chiaramente, vanno tutelati e salvaguardati). Ma si tratta di un pericolo, anche questo, che è per fortuna in netto ridimensionamento, poiché allo stato attuale dei fatti si conoscono meglio i vari decorsi che l’infezione da Sars-CoV-2 può provocare; e quindi i medici sono ora più competenti nell’affrontare la malattia Covid-19, coadiuvati da protocolli di cura messi a punto e da molecole che in molti casi – in molti casi! – si rivelano efficacissime.
Quanto fin qui detto non è frutto di scrive, il quale non è un virologo né un medico. Quanto fin qui detto è il sunto di pubblicazioni scientifiche reperibili e consultabili da tutti e di dichiarazioni esternate da scienziati di comprovata competenza in materia che non vanno tutti i santi giorni in televisione a rilasciare petizioni di principio mascherate da opinioni mediche.
Torno, quindi, alla domanda posta da Sabino Cassese: si prorogherà lo stato di emergenza o di incompetenza nell’affrontare alcune situazioni? Va ricordato che in altre nazioni europee – Spagna e Francia, per fare due esempi – i numeri di persone risultate positive al tampone sono di gran lunga maggiori rispetto all’Italia, eppure non vi è alcuno stato di emergenza proclamato.
Perché, allora, in Italia sta accadendo quel che sappiamo? Il Sars-CoV-2 è davvero, ancora oggi, un’emergenza?
Dati alla mano, chi di dovere si assuma la responsabilità di rispondere competentemente e con sincerità.