-di PIERLUIGI PIETRICOLA–
Con la sua consueta chiarezza e la cautela che da sempre la contraddistingue, Maria Rita Gismondo anche questa settimana ci aiuta a capire come si sta evolvendo la situazione creata dal Sars CoV2 e lancia un appello: basta col terrore! Ci vuole sì attenzione, ma occorre tornare alla normalità.
Professoressa Gismondo, è notizia di qualche giorno fa che l’Istituto Mario Negri ha dichiarato i risultati di una ricerca: sui tamponi risultati positivi in queste ultime settimane, la presenza di RNA replicato del Sars CoV2 è nettamente inferiore rispetto a quelli effettuati a Marzo e Aprile; e quindi, stando così le cose, le possibilità di contagio non vi sono. Che ne pensa?
Penso che in linea teorica sia giusto. Una bassa carica virale determina basse possibilità di contagio. Tuttavia bisogna stare attenti ugualmente.
E perché? Se la carica virale è bassa e basso è il contagio, cosa bisogna temere?
Bisogna stare attenti perché messaggi di questo tipo vengono interpretati dalle persone come un “via libera” indiscriminato. Sono comportamenti sui quali non sono per niente d’accordo. Come dico sempre e non mi stancherò mai di ripetere: ci vuole cautela.
Cautela in cosa?
Ad abituarci a convivere con il Sars CoV2. Certamente adesso in Italia non abbiamo più situazioni gravi. Però quando si riapriranno le frontiere e arriveranno persone da zone dove adesso il virus è in circolazione e in modo molto aggressivo, non si possono escludere formazioni di nuovi focolai. Bisognerà, perciò, saper gestire gli arrivi dall’estero con controlli efficaci e intervenire prontamente quando e se necessario.
E la creazione di eventuali nuovi focolai dovrebbe preoccuparci?
Direi proprio di no. Ormai sappiamo come gestire le varie situazioni. Il Sars CoV2 e le patologie che crea non rappresentano più un mistero. Ci vuole, però, attenzione nel trattare questi eventuali nuovi focolai che potrebbero nascere.
Se non c’è da preoccuparsi, perché allora la gente ha paura?
Come dicevo la scorsa volta, la colpa è dovuta ad informazioni troppo discordanti e in alcuni casi anche cedendo a un terrorismo mediatico che, francamente, ci saremmo potuti risparmiare. Oggi ci sono due tipologie di comportamenti che sono l’una all’opposto dell’altra: persone che se ne stanno chiuse in casa, che non vedono nessuno, che non vanno nemmeno a prendere un caffè al bar. Altre persone, invece, che ignorano ogni tipo di cautela per scongiurare eventuali possibilità di contagio. Sono condotte che non condivido per niente. Ci vuole attenzione, è vero, ma basta con la paura. Basta! È ora di tornare a vedersi, a prendere i caffè al bar, a mangiare una pizza in compagnia. Basta adottare quei comportamenti minimi che eliminano possibilità di contagio e che contribuiscono a indebolire e, si spera, debellare per sempre questo virus.
Se le cose stanno così perché molti virologi ancora nutrono e comunicano del pessimismo?
I pareri del mondo scientifico sono nettamente discordi. Io non condivido né le previsioni troppo ottimistiche, né quelle eccessivamente pessimistiche.
Sulla scelta del Ministro Speranza di impegnarsi in un accordo internazionale per la distribuzione di molte dosi del vaccino per il Sars CoV2 lei cosa pensa?
Dal punto di vista politico, è stata una scelta che posso capire e anche giustificare. Dal punto di vista scientifico sono molto perplessa. Come ho più volte detto, e non solo io, il vaccino deve essere efficace ma non tossico per l’uomo. Per evitare questo grado di pericolosità, ci vogliono sperimentazioni la cui durata richiede molti mesi.
Perché questo che sta dicendo lei, e che è più che condivisibile, non viene detto da tutto il mondo scientifico?
Ci sono opinioni diverse, come è normale. Alcuni non vogliono esporsi. Io sì e sono convinta che sia necessario dire sempre le cose come stanno.
Trova giusto che ogni giorno giornali e Tv comunichino ancora i dati relativi alla diffusione in Italia del Sars CoV2?
Assolutamente no e sarebbe ora di finirla.
Perché?
Innanzitutto perché, come dicevo prima, così facendo si alimenta un sentimento di terrore che non ci possiamo più permettere. E poi perché adesso che è in corso l’indagine sierologica, si confondono i positivi al tampone coi positivi agli anticorpi IgG. Un gran pasticcio.
Alla luce dei dati attuali, possiamo dire che questa pandemia sia finita?
Finita no. Però ci stiamo avviando alla sua conclusione. Vediamo quando tutto questo sarà davvero finito.
Ci sono altri studi, come quello che citavamo la scorsa volta, che mostrano similarità del Sars CoV2 con altri beta-coronavirus, tipo quello della prima SARS, e che ci dicono che scomparirà definitivamente?
Non ci sono nuovi studi in tal senso. Pensare che il Sars CoV2 scompaia come avvenuto per la prima SARS è ancora presto per affermarlo con certezza assoluta. Al momento, penso che il Sars CoV2 resterà con noi ancora per un po’ e si adatterà al nostro ambiente. Ma non credo creerà più casi gravi come quelli che abbiamo visto a Marzo e Aprile.