Quando il mondo va male ed è colpa delle donne

-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Non lo sapevate? Le responsabili dell’inquinamento ambientale globale sono le donne e le mestruazioni, perché invece di usare i pannolini di stoffa o la coppetta usano gli assorbenti.

A farcelo notare è stato pochi giorni fa il capogruppo grillino alla Camera, Francesco D’Uva, che sulla bocciatura alla camera della Tampon Tax (proposta per la prima volta nel 2016 da Possibile), ha detto a Omnibus: “Non abbiamo abbassato l’Iva sugli assorbenti perché non c’era la copertura finanziaria in quel provvedimento, e in più noi siamo anche per l’ambiente e non siamo a favore degli assorbenti usa e getta”.

Il pentastellato ha consigliato pannolini di stoffa e coppette mestruali con delle affermazioni che sembrano buttate lì ma che in un momento in cui le donne sono sempre più sotto attacco, non può essere considerata una battuta, soprattutto se a dirla è un uomo.

Ma perché dobbiamo essere qua a ribadire continuamente che sui nostri corpi, sulle nostre vite, sul nostro futuro decidiamo noi?

Se la motivazione fosse veramente l’ecologia ci sarebbero a disposizione un ventaglio enorme di opzioni per agire in tal senso! Anche i rasoi usa e getta inquinano ma nessuno se ne è preoccupato.

D’Uva, che improvvisamente scopriamo essere un esperto della materia benché sprovvisto di utero, forse potrebbe illuminarci. E potrebbe anche spiegarci come mai qualche mese fa il M5S ha votato per abbassare l’Iva su un prodotto di lusso come il tartufo portandola al 5%. Oppure potrebbe chiarire come mai qualche tempo fa la viceministra dell’Economia Laura Castelli sosteneva che l’Iva sugli assorbenti non si potesse abbassare per non rischiare una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea. Dichiarazioni estremamente false. Perché in realtà la UE non ha mai impedito agli stati membri di abbassare l’Iva sugli assorbenti. Ma a quanto pare al MoVimento 5 Stelle piace spararle grosse. Lo stesso M5S che ultimamente ha scoperto la convenienza (elettorale) di difendere conquiste femminili come l’aborto e ci racconta che nessuno può dire alle donne cosa devono fare (ad esempio stare a casa a fare figli). Che strano, perché quando D’Uva consiglia di usare coppette e pannolini lavabili sembra proprio che stia dicendo alle donne come devono gestire il loro ciclo mestruale.

Tornando alle affermazioni della Castelli ci diletta ricordarle che in Francia, per dovere di cronaca, la tampon tax è stata ridotta nel dicembre 2015, scendendo dal 20 al 5,5 per cento. In Belgio è passata dal 21 al 6 percento nel 2018, mentre nei Paesi Bassi era già al 6 per cento, in fine l’Irlanda non applica alcuna sovrattassa agli assorbenti. Volete uscire dal nostro continente per dare una sbirciata fuori? Preparatevi a disperare, perché nel gruppo di Stati a tassazione zero nel mondo ci sono anche India, Giamaica, Libano, Nicaragua, Nigeria e Tanzania. Il Kenya si è distinto su tutti, come apripista, per l’adozione di iniziative mirate.

Nel frattempo giorni fa Roma si è svegliata con tre grandi cartelloni contro l’aborto. Mentre la Sindaca di Roma sostiene “di stare facendo le opportune verifiche” i manifesti rimangono là come un attacco chiaro alle donne stampato su 250mq di parete, con addirittura la scritta rivolta alla leader del Global Strike for Future, Greta Thurnberg, per invitarla a salvare “i cuccioli d’uomo”. Uno slogan non casuale dato che, su un Pianeta che ospita più di 7 miliardi di persone, nella testa di questa gente il genere umano potrebbe estinguersi a causa degli aborti, e naturalmente la colpa di chi è? Manco a dirlo, delle donne, naturalmente!

Leggi che puntano ad avere un controllo sulle donne sulle loro decisioni e sui loro corpi. L’Italia rimane uno dei Paesi non solo d’Europa, dunque, a considerare i prodotti per l’igiene femminile un lusso, ma è anche il Paese che sta tentando, tra populisimi e nazionalismi spinti, di auto proclamarsi sempre più superiore a tanti altri. Ma, permettete, con decisioni  e affermazioni del genere lo spettro del sessismo che sembrava una finta minaccia, assume forma e sostanza.  Dopo tutte le valutazioni sul corpo delle donne e la maternità, su quello che le donne possono fare e non fare, se possono lavorare o meno e in che ambito. Ma non è solo una questione di portafoglio e di aliquote. È una questione più sottile, fatta di rispetto, dignità. Parità. Forse non tutti la possono capire.

Valentina Bombardieri

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