Pietro Nenni Ministro degli esteri ed i rapporti con la Cina

– di FEDERICO MARCANGELI –

Nella giornata di oggi si è tenuto, presso il Ministero degli Affari Esteri, un interessante convegno sul Nenni Ministro degli esteri, un momento di riflessione sulla storia del ‘900 e sui rapporti italo-cinesi. Ad aprire l’incontro è intervenuto il Presidente della Fondazione Nenni, Giorgio Benvenuto, che ha ricordato l’incontro Mao-Nenni, segnato da un grande rispetto reciproco. In questo suo racconto, Benvenuto ha ricordato la parabola della zappa, raccontata dal leader cinese a quello italiano. In questa narrazione, un contadino cinese racconta la sua volontà di spianare una montagna con una zappa, suscitando l’ilarità di chi osservava questa sua azione. Il contadino però non si fece scoraggiare e spiegò che, continuando costantemente a zappare, nel corso delle generazioni, la montagna sarebbe stata spianata. Allo stesso modo, solo “zappando”la montagna della disuguaglianza essa diventerà uguaglianza tra le persone. Questo incontro ha segnato la vita di Nenni, che comunque aveva già dimostrato una grande attenzione all’apertura dell’Italia verso l’estero, soprattutto a oriente. Nella sua mente si sarebbe dovuto infatti superare il dualismo est-ovest, includendo anche la Cina, della quale aveva intuito le potenzialità. La sua spinta verso la comprensione reciproca, il suo acume politico e la sua forza morale sono aspetti che andrebbero ripresi anche oggi, per farsi trovare pronti al dialogo ed alla collaborazione internazionali. Questa introduzione è stata seguita da quella dell’Ambasciatore d’Italia in Cina, Ettore Sequi, che ha parlato da un punto di vista privilegiato del colosso orientale. Nenni è ancora considerato un amico della rivoluzione, essendo stato il primo a visitare la Cina nel 1956, seppur non in veste ufficiale. Questa visita era stata propiziata da una lettera del leader socialista al primo ministro cinese, che la apprezzò e lo invito in visita. Non a caso Nenni fu preferito a Togliatti come rappresentante della sinistra italiana. Nella missiva si parlava del ruolo che il PSI avrebbe potuto avere nell’apertura verso la Cina, dimostrando le intenzioni di pace ed apertura di Nenni. L’ambasciatore ha anche riportato degli ottimi rapporti attuali tra l’Italia ed il paese orientale, caratterizzati da un intenso scambio di visite e progetti comuni. Annualmente i briefing italo-cinesi fanno il punto sulla situazione economica e sui rapporti culturali tra i due paesi, contribuendo ad intessere un intreccio sempre più forte. Non v’è dubbio che il livello di complessità attuale sia maggiore rispetto all’epoca di Nenni, ma è indubbio che la sua intuizione di aprirsi ad oriente abbia contribuito notevolmente ad iniziare questa relazione prolifica. Il ruolo della Cina ora è di grandissimo rilievo ed è strategicamente rilevante per gli equilibri mondiali: anche questo era stato previsto da Nenni. Pietro Craveri ha compiuto invece una digressione storica sulla vita di Nenni, un uomo che ha lasciato un grande segno nel ‘900. La ricostruzione parte dalla nascita, passando per la riunificazione dei due partiti socialisti, senza dimenticare il patto di comunità d’azione con i comunisti. Nella sua narrazione si è soffermato anche sulle sue esperienze da Ministro degli esteri di Nenni, concentrandosi sul secondo viaggio in Cina del leader. Dopo questa sua esperienza, intervenne alla camera, spiegando come il mondo si stesse avviando verso un multipolarismo, differente dalla concezione bipolare che in molti credevano sarebbe stata la via unica per la stabilità mondiale. Alla morte di Mao, Nenni spiegò la chiave del successo cinese che, rispetto all’URSS, la quale era rimasta sempre uguale a se stessa, stava riuscendo a modificarsi ed evolversi. In questo suo discorso Nenni anticipa i motivi della successiva crisi Russa, con il tranciante realismo che ha caratterizzato tutta la sua vita.
In questo incontro ha preso parte anche l’Ambasciatore cinese in Italia, che ha espresso segni di apprezzamento per il Nenni uomo, prima che politico. Una persona che ha combattuto contro il fascismo e per la pace, nonché per aprire l’occidente alle relazioni con la Cina. L’apertura dei rapporti italiani con questo paese ha segnato una svolta storica per entrambi. Un’evoluzione aiutata dallo scambio reciproco di conoscenze. Negli ultimi 50 anni i “nostri paesi” hanno avuto delle relazioni eccellenti, che si sono consolidate sempre più, soprattutto commercialmente. L’attuale interscambio vale 50 mld di dollari e la Cina rappresenta il primo partner italiano in oriente, investendo inoltre 12 mld l’anno nel nostro paese. Dal canto suo l’Italia è la 5° nazione europea per scambi commerciali ed i suoi investimenti sul territorio cinese valgono 7 mld di dollari. Anche dal punto di vista culturale c’è stata un’alta integrazione visti, ad esempio, i gemellaggi di molti siti UNESCO delle due nazioni. Considerando questi grandi risultati, il seme della concordia tra i nostri due paesi, posto da Nenni, sta suscitando i suoi effetti. Nell’intervento successivo, Antonio Varsori ha confrontato nuovamente le due esperienze agli Esteri di Nenni. Tra il ’46 ed il ’68  le differenze sono ovviamente nette: si passa da un paese sconfitto ed ancora parzialmente occupato, ad uno industrializzato ed inserito nel sistema occidentale. Nella prima esperienza, Nenni negoziò condizioni più favorevoli di pace con alcuni stati, nonché cercò di espandere le relazioni commerciali italiane ad est e ovest. Si è ricordata la sua strategia di apertura verso la Jugoslavia e la Gran Bretagna, sfruttando i punti di contatto politici con i comunisti ed i laburisti. Due esperienze che quindi hanno avuto come punto di continuità il dialogo e la volontà di confrontarsi con l’esterno, senza arroccarsi dietro posizioni aprioristiche.

Nelle discussioni successive, è emerso anche un ulteriore aspetto della vita di Nenni da Ministro degli esteri, cioè la sua volontà di spingere verso un sistema di difesa comune europeo. La sua spinta non ha suscitato gli effetti che egli aveva programmato, ma comunque fu efficace per raggiungere una maggiore integrazione della politica estera. In questa digressione sul rapporto Nenni-Europa emerge anche il confronto con Spinelli, con il quale condivide uno spirito europeo molto forte, seppur con una differenza sostanziale: il pragmatismo. Mentre Spinelli rimane un idealista fino alla fine, il leader socialista si dimostra un politico pragmatico ed efficace. Pietro Nenni non si è mai arroccato dietro le sue posizioni, ma si è sempre confrontato con i tempi ed ha fatto evolvere il suo pensiero con il modificarsi delle situazioni storiche, analizzandole con grande lucidità.

Dopo questi interventi, la successiva tavola rotonda ha toccato innumerevoli punti di interesse, soprattutto riguardo l’attuale situazione cinese, con un occhio al difficile rapporto tra la Repubblica popolare ed i diritti umani. In questo confronto è intervenuto anche Carmelo Barbagallo, che ha spiegato come la UIL sia la unica tra le confederazioni ad avere rapporti con la Cina, perché reputa importante la lotta attiva contro il dumping commerciale. Per rendere efficace questa battaglia, è necessario colloquiare con i sindacati cinesi e confrontarsi con loro. Nonostante il sindacato cinese sia controllato dal partito, va comunque instaurato un dialogo per permettere uno scambio costante tra culture e per stimolare il cambiamento nel mercato del lavoro orientale. Bisogna però anche imparare dalla Cina, sia in termini di meritocrazia, sia in termini di capacità innovativa. 

federicomarcangeli

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