La Fondazione Nenni al Congresso FENEAL UIL: L’aria che tira

– di FEDERICO MARCANGELI –

Durante i lavori congressuali del 4 Maggio si sono alternati circa 20 delegati da ogni parte d’Italia, che si sono succeduti sui temi più cari al settore. L’aria che si è respirata è quella di grande unità e supporto per la segreteria uscente, che è riuscita a stabilizzare i conti della Federazione, dandole anche un’importante continuità politica in questi anni (dal 2014). E’ stata notevolmente apprezzata anche la relazione del segretario Vito Panzarella, che ha tracciato un quadro unanimemente approvato dai delegati. Nel quadro tracciato dalla relazione e dagli interventi della mattinata, sono state inserite le esperienze regionali degli intervenuti, che mostrano uno spaccato dell’Italia che, pur avendo delle differenziazioni, è accomunata da problemi sempre presenti nel settore edilizio. In primo luogo emerge una carenza strutturale di ispettori del lavoro, il cui numero è gravemente insufficiente rispetto alla quantità di controlli necessari. Tutte le politiche di sicurezza e le proposte sul tema diventano poco utili, se non accompagnate da una riforma strutturale che aumenti sensibilmente il numero dei “controllori”.  Un ulteriore aspetto sul quale si è calcata la mano è la formazione di lavoratori e sindacalisti. Attualmente si investe già molto su questo frangente, ma da più voci si è richiesto uno sforzo ancor più forte rispetto a quello già fatto in questi anni. Una sfida che riguarda il sindacato e le autorità, quest’ultima fondamentale per quanto riguarda i controlli sulla stessa. Questa funzione di monitoraggio è stata una costante del congresso, perché riguarda anche il problema enorme del lavoro irregolare. Come molti sapranno il tema è molto sentito nel settore, ma gli sforzi compiuti da chi dovrebbe controllare non sembrano andare nella giusta direzione. Molti degli  intervenuti hanno infatti lamentato una “sordità” delle istituzioni, più volte sollecitate dalla Federazione allo scopo di implementare il monitoraggio nei cantieri. Gli ultimi due punti che hanno fatto da filo conduttore nel corso del congresso sono la crisi economica (soprattutto del settore) e i subappalti. Il primo punto è ovviamente molto sentito dalla FENEAL perché la flessione ha intaccato in modo decisivoo il settore edile. In molti hanno sottolineato quanto i dati di crescita siano in realtà poco riscontrabili in molte realtà, che risultano ancora molto indietro rispetto ai livelli pre-crisi. Non sono cambiati solo i fatturati delle aziende, ma anche (e soprattutto) l’incidenza dei contratti di lavoro atipici. Dopo il 2008 l’impennata di questo genere di soluzioni contrattuali ha inciso notevolmente sulle condizioni dei lavoratori, causando una crescita esponenziale del precariato. Queste opzioni sono state favorite anche dal crescente utilizzo del subappalto, che è  diventato una costante nel mondo dell’edilizia italiana. Quello che più preoccupa è la scarsa specializzazione ricercata dalle aziende, che lo sfruttano solo per abbattere i costi, scaricando di fatto sui lavoratori delle ditte appaltatrici i “risparmi”. In questo quadro comune si sono inseriti numero interventi di carattere locale che hanno evidenziato come ogni area abbia i suoi problemi specifici: il piemonte con la TAV, la provincia di Brescia con il mancato rispetto delle norme sui cantieri, le regioni del sud con una scarsità strutturale di controlli e molto alto ancora.

A concludere questa giornata è intervenuto il Segretario Organizzativo della UIL Pierpaolo Bombardieri, che ha incentrato il suo intervento su tre macro-temi: cambiamento organizzativo della UIL, Giovani e Sicurezza sul lavoro.
Ha sostenuto l’importanza del cambiamento in atto all’interno della UIL, che la FENEAL ha accettato e supportato con grande forza. Questa spinta di rinnovamento ha sostenuto la UIL nella sua opera di ampliamento dei consensi, segno di un’ampia approvazione da parte dei lavoratori. Evoluzione organizzativa che però poggia (e dovrà poggiare) sempre sui valori e sull’unità che hanno fatto grande questa confederazione.
Per quanto riguarda i giovani, il segretario si è focalizzato sull’importanza di intraprendere un dialogo reale, non basato sulla solita retorica a senso unico che si è portata avanti in questi anni. Un esempio concreto di questo “dialogo a due vie” è stato il concerto del 1o Maggio, nel quale la selezione degli artisti è avvenuta dal basso: non più gli artisti scelti dalle Major, ma cantanti che il web ha eletto come popolari. In quest’ottica il sindacato deve assumere un ruolo di confronto per un futuro migliore e proprio questo congresso ha dimostrato quanto sia importante discutere costruttivamente. Un futuro che preveda il forte coinvolgimento dei giovani, attraverso la loro inclusione nelle strutture sindacali attraverso l’ascolto. Tutto dovrà partire anche dalla loro occupazione che, al momento, segna un drammatico gap tra nord e sud. Il lavoro della FENEAL allo scopo di includere le nuove generazioni è stato generalmente positivo, ma si deve fare di più: si deve aprire il sindacato, trattando temi nuovi, temi che che i giovani richiedono, anche se essi non rientrino tra quelli storicamente sindacali. Si deve quindi ripartire da questo.
Passando alla sicurezza sul lavoro, è stato sottolineato quanto essa sia un diritto inalienabile. Una parte integrante del dettato costituzionale che non può scendere in secondo piano, visti gli oltre 10’000 morti sul lavoro negli ultimi 10 anni. I dati dell’ultimo periodo potevano trarre in inganno qualcuno, ma la realtà è ben diversa. I morti sul lavoro hanno infatti subito una flessione a causa della crisi economica, ma la sostanza del problema rimane. Purtroppo, in questo campo il sindacato può solo svolgere un ruolo di stimolo per le autorità, visto che i controlli e l’erogazione delle pene sono in mano ad altri. Il punto centrale è quindi quello della legalità, abbinata ad un rilancio degli investimenti. Investimenti sugli addetti ai controlli e garanzia di pene certe per chi non rispetta le regole. A questo si deve aggiungere un maggior supporto delle controparti datoriali, che spesso non comprendono l’importanza del tema.
Infine, non è mancato un richiamo ai problemi della burocrazia italiana che, congelando milioni di euro pubblici, rallenta pesantemente molti settori, in particolar modo quello edilizio.

federicomarcangeli

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