In questa ultima giornata congressuale si sono alternati, prima delle votazioni, ulteriori delegati. I temi sono stati quelli già trattati ieri, con una sempre grande soddisfazione espressa nei confronti del presidente uscente Vito Panzarella.
In occasione della chiusura è intervenuto anche un rappresentante del sindacato belga degli edili, che ha sottolineato il grande lavoro della UIL in ambito europeo. Il quadro che emerge da questo intervento è il tentativo di attacco ai danni del sindacato, sotto vari fronti (pensioni, salari e tutele). Per contrastare queste spinte all’impoverimento del lavoro occorre lavorare per spingere alla regolamentazione, contrastando la flessibilità ad ogni costo che è una costante di questo tempo.
Dopo questi interventi in sostanziale continuità con la giornata di ieri, sono state espletate le formalità precedenti all’elezione del segretario generale: approvazione della relazione amministrativa, delle modifiche statutarie e degli organismi dirigenti (Consiglio Nazionale, Collegio dei Probiviri, collegio dei revisori, assemblea nazionale e delega UIL nazionale). Il Consiglio Nazionale, convocato nella stessa seduta, ha approvato l’esecutivo nazionale e riconfermato all’unanimità Vito Panzarella come Segretario Generale.

Dopo i primi ringraziamenti e l’approvazione della Direzione Nazionale da parte del Consiglio (esce Emilio Correale ed entra Franzolini, ex segretario del Friuli Venezia Giulia), il Segretario ha portato avanti un lungo discorso agli intervenuti.
Le riflessioni sono state più volte interrotte dalla sonora approvazione dell’assemblea, il che misura quanto il discorso abbia colpito nel segno.
“Arriviamo da anni difficili” ha sottolineato il segretario, spiegando le enormi difficoltà che la federazione ha incontrato in questi anni. Da apprezzare anche l’autocritica rivolta alla FENEAL, sul fatto che la gravità di questa crisi non sia stata compresa immediatamente. Nonostante questo, le scelte portate avanti negli anni di presidenza sono state efficaci, seppur difficili. Questo perché, sul fronte organizzativo, è stata posta in essere un’opera di rinnovamento che potesse rendere la Federazione più efficiente. Un percorso non facile che però ha raggiunto dei buoni risultati. Il segretario e la direzione nazionale hanno lottato per la democraticità e la trasparenza, perché il cambiamento va accompagnato dalla sua esteriorizzazione: “E’ importante far comprendere all’esterno il proprio cambiamento” ha sottolineato Panzarella. La trasparenza non è stata però imposta dall’alto, bensì è partita dai vertici per poi scendere a cascata verso la rete locale della FENEAL. Otre a ciò, è stata elogiata la rigida applicazione delle regole comuni “senza se e senza ma”, non favorendo nessuno e facendo si che tutti fossero nelle condizioni di doverle applicare.
Ma il discorso non è stato solo un elogio dell’operato di questi anni. Sono stati esaltati i valori dell’unità e della collaborazione, che in questi anni hanno visto un loro rafforzamento nella Federazione. La stessa opera di accorpamento delle sezioni più piccole non sarebbe potuta avvenire senza la collaborazione delle stesse e l’auspicio è quello di una continuazione del percorso di razionalizzazione, supportato da una sempre maggiore cooperazione tra le varie componenti della FENEAL.
Per il futuro, l’obiettivo è quello di contrastare il crollo verticale delle tutele, portato avanti dalle aziende con un dumping salariale sempre più spinto ed un utilizzo di lavoratori senza contratto o con contratti diversi da quello edile. “Dobbiamo aggredire il problema” ha detto Panzarella, per puntare ad un aumento strutturale delle tutele (che siano esse salariali, contrattuali o di sicurezza). Il sindacato deve lottare per i lavoratori. Per fare ciò non si può non passare dalla distruzione del Jobs Act, che ha abbattuto le tutele senza dare nulla in cambio ai lavoratori. Una scelta che sta facendo fallire la sinistra.

Per concludere, non è mancata una citazione alla UIL ed alla ritrovata unità di questi anni. Per Panzarella è necessario rimanere nel solco della Confederazione per restare grandi, soprattutto dopo la grande vicinanza dimostrata reciprocamente nel quadriennio appena passato. Le sfide future si dovranno quindi affrontare insieme, con trasparenza e democrazia.