L’Italia è spaccata: il voto in cifre

        – di FEDERICO MARCANGELI –

Che l’Italia fosse un paese eterogeneo era risaputo, ma che la spaccatura Nord-Sud fosse tanto ampia in pochi se lo sarebbero aspettato. Si perché il voto ci ha restituito un paese tranciato a metà, con il centro Italia a fare da cuscinetto tra i due poli estremi della penisola. Questa estremizzazione del voto si è convertita in una ripartizione decisamente polarizzata dei seggi, con una preferenza netta verso le frange politiche più estreme. In termini numerici la coalizione vincitrice è sicuramente quella di centro destra con 260 rappresentanti alla Camera e 135 al Senato. Il primo partito è invece stato il Movimento, con 221 seggi alla Camera e 112 al Senato.

Come si vede dai grafici, il centro sinistra è rimasto staccato dai primi due, perdendo una buona fetta di elettorato. Rispetto al 2013 il calo è stato di oltre il 10% (11% alla Camera e 12% al Senato) e la domanda è: dove sono finiti questi voti? Ipsos spiega che il 22% degli ex elettori PD ha preferito astenersi avendo aspettato invano “un segnale dal segretario e dal gruppo dirigente, in particolare una gestione più collettiva e un’investitura del Presidente del Consiglio Gentiloni” spiega la ricerca dell’Istituto. Un ulteriore 14% si stima sia stato assorbito dai 5Stelle che, aggiungendosi ad un’ulteriore fuga verso Liberi e Uguali (7%), ha contribuito al fallimento elettorale dell’ex partito di governo. La forza dei pentastellati è stata proprio quella di assorbire parte degli scontenti e mantenere saldi i suoi precedenti elettori, che per il 76% hanno riconfermato il voto al partito di Grillo. La chiave di volta di queste elezioni è stato proprio il malcontento. I dati diffusi da Ipsos parlano di un rovesciamento del voto popolare, che è stato acquisito dal Movimento e dal centro destra. Il 42,2% dei disoccupati votanti ha optato proprio per Salvini & Co. (con Forza Italia in cima alle preferenze), mentre il 37,2% per la banda di Grillo. Discorso simile per “Operai e Affini” che hanno premiato con il 41,7% la destra ed il  37% il M5S. Il centro sinistra (PD e +Europa) ha raccolto dei miseri 13,3% (disoccupati) e 12,9% (operai). Stupisce anche la grandissima vittoria grillina nel settore pubblico, con il 41,6% delle preferenze tra gli statali votanti.
Dopo aver parlato di categorie e spostamento di voti, la seconda domanda che sorge spontanea è: c’è stata una concentrazione geografica? La risposta è: Si.
Come avrete letto, il Sud ha premiato il Movimento 5 Stelle, mentre il Nord la coalizione di centro destra. Il centro si è dimostrato più equilibrato, offrendo un mix tra le tre maggiori coalizioni.

Nei due grafici qui sopra appare chiara la distribuzione dei seggi tra le varie zone d’Italia. I dati si riferiscono alle “battaglie” nei collegi uninominali, che offrono un’idea più chiara della situazione del paese. Appare evidente il fallimento totale del centro sinistra nelle aree più depresse, non avendo conquistato nemmeno un seggio al Sud. Anche il centro destra se la passa male nel mezzogiorno, mentre stravince al Nord.

Cattura.PNG

La crescita rispetto al 2013 della coalizione in queste zone arriva a punte del +18%, assestandosi su una media del +12%. Quel che però stupisce è il boom grillino nelle aree comprese tra Campania e Sicilia, con una media di crescita del 17%, che in alcune aree supera il 30%. Per quanto riguarda PD & Co. il crollo è totale e tocca picchi di oltre il -9% in alcune zone (Sardegna, Basilicata, alcune aree di Sicilia ed Emilia Romagna). Un’Italia quindi divisa tra Nord e Sud, con il mezzogiorno e le classi più disagiate che hanno dimostrato di non avere più fiducia nella sinistra. Con questi dati in testa si dovrà ripartire perché, al di la delle opinioni, un’analisi oggettiva è l’unico primo, vero, passo per rialzarsi.

Chi volesse leggere l’intero studio Ipsos può trovare qui il PDF.

 

federicomarcangeli

Rispondi