Il socialismo riformista della Fabian Society compie 134 anni

-di GIULIA CLARIZIA-

Il 4 gennaio 1884 nasce tra i fumi di Londra la Fabian Society. Si trattava di un’organizzazione social-democratica volta a trasformare la società e a portare in alto le classi lavoratrici affinché acquisissero il controllo dei mezzi di produzione.

I suoi primi membri erano esponenti dell’élite vittoriana, che decisero di staccarsi da una precedente organizzazione, la The fellowship of the new life, e fondarne a una nuova, più impegnata in ambito politico e sociale. Ne facevano parte i poeti Edward Carpenter e John Davidson, il sessuologo Havelock Ellis, e lo scrittore socialista Edward R. Pease.

La scelta del nome Fabian Society è dovuta alla corrente di pensiero a cui la società si rifaceva. Sposavano infatti le idee del socialismo riformista, cioè volto a trasformare la società in modo graduale nel tempo e non rivoluzionario. Per questo, si ispiravano alla strategia dell’antico romano Quinto Fabio Massimo detto il Temporeggiatore, che affrontò Annibale prendendo tempo, sconfiggendo in maniera graduale l’esercito cartaginese.

La Fabian Society crebbe di anno in anno, e svolse un ruolo fondamentale nella nascita del Labour Representation Committee nel 1900, un gruppo di pressione formato da un’alleanza fra i più importanti gruppi socialisti e alcune trade union liberali con lo scopo di incrementare la rappresentanza degli interessi dei lavoratori in parlamento.

I socialisti inglesi iniziavano a unirsi per far sentire la loro voce. Nei primi anni del ‘900 la Fabian Society produsse numerosi pamphlet per portare avanti le proprie idee di giustizia sociale, come l’istituzione del salario minimo, introdotta nel 1909, la creazione di un sistema sanitario universale e l’abolizione dei titoli nobiliari ereditari.

Oltre a ciò, la Fabian Society fu una delle componenti fondamentali per la nascita del Labour Party del 1906. Come è noto, questo divenne in breve tempo la seconda forza politica britannica.

Non a caso, molti ministri del lavoro dei governi successivi alla nascita del Labour Party facevano parte o avevano fatto parte in passato della Fabian Society.

Il fabianesimo perse la sua spinta propulsiva intorno agli anni ’30, quando si diffusero le idee del socialismo sovietico rivoluzionario. Inoltre perse influenza all’interno del partito, scansato via da elementi provenienti dalla classe operaia e dai sindacati. Nonostante ciò, l’organizzazione è sopravvissuta alla sua perdita di rilievo ed esiste ancora oggi.

Tirando le somme, la Fabian Society stessa si attribuisce un successo. Di fatto, le riforme da essa proposte sono state attuate nel primo dopo guerra, e hanno fortemente contribuito alla costruzione del welfare state. Sicuramente in un paese dinamico e progressista come la Gran Bretagna, le idee del fabianesimo hanno trovato un terreno fertile.

L’influenza della Fabian Society è arrivata anche oltre la Manica. In ambito italiano, le sue idee permearono quelle del gruppo socialdemocratico Giustizia e Libertà dei fratelli Rosselli e poi quelle del Partito d’Azione.

Negli ultimi anni, l’importanza dell’organizzazione è tornata a crescere. Soprattutto dopo le vittoriose elezioni 1997, che hanno portato Tony Blair a Downing Street, la Fabian society ha ricominciato ad accrescere il numero dei suoi membri e il premier le ha riconosciuto l’importanza nell’aver ispirato la così detta third way, ovvero la ricerca di un compromesso tra le politiche liberali e quelle socialiste.

La Fabian Society rimanda a un mondo in cui l’interesse intellettuale per la politica era acceso e produttivo. Alcune élite, sceglievano di sposare il progressismo e lottare per creare una società più giusta, e soprattutto, si credeva nella possibilità concreta di realizzare i propri ideali. Lontana da utopismi astratti, questa associazione ha voluto cercare un compromesso, e questa caratteristica, che è stata la maggiore fonte di critiche nei suoi confronti, ne ha anche comportato la sopravvivenza fino ai nostri giorni.

giuliaclarizia

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