Matteo Salvini nel rancoroso raduno della sua Lega più che una rivoluzione ha proposto un golpe, strizzando l’occhio a polizia e carabinieri e annunciando “punizioni” per i giudici che con lui al potere saranno scelti con voto popolare, con quale valutazione poi su capacità ed equanimità non è dato sapere. È evidentemente la risposta carica di risentimenti alla decisione adottata dai magistrati di bloccare i soldi della Lega condannata per l’uso improprio fatto negli anni scorsi dei finanziamenti pubblici. Il fatto che vi sia stata una sentenza e che siano state individuate delle responsabilità che, per quanto sempre personali, all’interno di un partito diventano inevitabilmente collettive, a lui interessa poco. E, allora, ecco l’annuncio. Mani libere alle forze dell’ordine, condizione che non è compatibile con uno stato democratico perché se è vero che attraverso le diverse polizie lo Stato provvede a utilizzare il privilegio dell’uso monopolistico della forza, è anche vero che poi ovunque sono previste forme di controllo per evitare che l’uso si trasformi in abuso. Il messaggio, per giunta, arriva in un momento in cui molto si parla dei fatti di Firenze che dovrebbero indurre le persone di buon senso (gruppo al quale evidentemente Salvini non ha alcuna intenzione di iscriversi) e seriamente ispirate dai principi di democrazia a trattare la questione con grande prudenza. Va bene il sostegno alle forze dell’ordine ma in quegli stati in cui hanno le mani libere non si parla di democrazia ma di “stato di polizia”. Non basta. Salvini annuncia la cancellazione della Legge Fiano (quella sulla propaganda fascista) e sull’obbligo vaccinale. Sul primo provvedimento dice (per strizzare l’occhio a un pezzo di elettorato che ritiene di poter arruolare e che nei giorni scorsi ha inondato la rete con messaggi piuttosto inquietanti) che la storia non si può processare. E anche qui dimostra un preoccupante deficit democratico. La legge Fiano è probabilmente inutile ma ciò non toglie che il Ventennio non solo va studiato ma va anche condannato perché al di là della confisca delle libertà individuali, Salvini dovrebbe ricordare la partecipazione a una guerra che ha prodotto nel nostro Paese mezzo milioni di morti e l’adozione di leggi razziali che non possono rappresentare un motivo di orgoglio storico. Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale, Salvini, poi, dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso: non gli vanno bene le malattie portate dagli immigrati ma gli stanno bene le epidemie provocate da comportamenti imprudenti degli italiani?