La divisione in classi? La fa il livello di istruzione

 

-MARK BOVENS, ANCHRIT WILLE*-

Il referendum Brexit e le elezioni olandesi e francesi hanno dimostrato che la distinzione tradizionale tra destra e sinistra sta diventando obsoleta. Gli analisti sostengono che l’Europa occidentale si sta sfaldando per via della globalizzazione, con al centro le questioni migrazione e integrazione europea. Noi sosteniamo che a un livello più profondo non sono tanto globalizzazione e Ue a guidare questa contestazione. Il nuovo fossato politico è anche radicato nei mutamenti demografici, è manifestazione del crescere di una più strutturale spaccatura, legata ai livelli d’istruzione. Non è più tanto l’economia a contare quanto il livello di cultura ed educazione.

Dimmi qual è il tuo più alto titolo di studio e ti dirò chi sei e cosa fai. Se sei laureato, guarderai la televisione pubblica come la Bbc o equivalente in altri paesi europei e farai letture “di qualità”. Farai del tuo meglio per mandare i figli in una scuola privata a pagamento di livello. Vivrai in una città universitaria, sarai moderatamente favorevole all’Ue, preoccupandoti del cambiamento climatico, dello stato dell’istruzione superiore e della xenofobia e voterai un partito liberale verde o sociale.

Se l’istruzione si è invece conclusa dopo la scuola media o la formazione professionale primaria, le probabilità sono che guarderai la televisione commerciale. I tuoi figli frequenteranno la scuola statale locale e sarai estremamente scettico sull’Ue, preoccupandoti della criminalità e dell’immigrazione, e voterai un partito nazionalista, o forse non voterai affatto.

Nel nostro nuovo studio, “La Democrazia del titolo di studio: Come cresce la meritocrazia politica”, mostriamo come i contorni di questa nuova divisione si siano cristallizzati nell’Europa occidentale e settentrionale. Usando l’ampia nozione di spaccatura, troviamo che stia crescendo la spaccatura educativa sintetizzabile in tre fattori: la nuova divisione socio-demografica, differenze in termini di preferenze politiche, apparizione del nuovo fossato nel panorama politico.

La segmentazione educativa emergente è dotata di una maggiore stratificazione e segregazione lungo le linee educative, con disparità di accesso all’alloggio, alla salute e alle opportunità di lavoro. Inoltre, l’istruzione è un driver importante di nuovi modelli di omogamia. I ben educati e quelli meno istruiti vivono in diversi mondi sociali e non si mescolano.

La divisione tra atteggiamenti cosmopoliti e nazionalisti coincide nei paesi dell’Europa occidentale con il divario di istruzione. Da un lato di questa nuova linea di conflitti ci sono i cittadini che accettano l’eterogeneità sociale e culturale, e favoriscono il multiculturalismo. Questi sono i più altamente istruiti. Dall’altra ci sono cittadini altamente critici del multiculturalismo, che preferiscono una cultura nazionale più omogenea.

I secondi sono prevalentemente cittadini con livelli di istruzione inferiore. Ad esempio, nel referendum Brexit del 2016 nel Regno Unito, potrebbero essere osservate forti differenze educative. Ad eccezione della Scozia, il leave vote (voto per lasciare l’Ue) è stato molto più elevato nelle regioni popolate da cittadini con basso titolo d’istruzione, mentre si è rivelato scarso nelle regioni con laureati. Secondo Matthew Goodwin e Oliver Heath (professori di politica): “quindici delle 20” zone meno istruite “hanno votato per lasciare l’Ue, mentre ognuna delle 20” aree più istruite “ha votato per rimanere”.

Le differenze educative riguardano soprattutto le società meritocratiche nelle quali l’accesso all’istruzione superiore, al mercato del lavoro e alla stratificazione sociale si basa sul merito anziché sulla classe sociale o le protezioni.

Risulta particolarmente vero nei paesi dell’Europa occidentale e settentrionale, come Belgio, Danimarca e, in misura minore, Paesi Bassi, Regno Unito, Finlandia, Austria, Svizzera. In questi paesi, i contorni di qualcosa di simile a una totale “spaccatura educativa” sono visibili.

I partiti populisti nazionalisti, da un lato,verdi e social liberali dall’altro, incarnano l’istituzionalizzazione della nuova linea di conflitti politici. Hanno guadagnato un posto durevole nell’arena politica perché rappresentano gruppi di elettori che non solo condividono un particolare insieme di atteggiamenti rispetto alle questioni in ballo, ma anche specifiche caratteristiche sociali: il retroterra educativo.

Testo in lingua originale:

http://www.ips-journal.eu/regions/europe/article/show/classroom-politics-2244/

*da: International Politics and Society, 24 agosto 2017

(Traduzione di Donatella Lucente)

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