Ma nello stato italiano un cardinale non è al di sopra delle critiche

Domanda: un cardinale, per diritto divino (ma non per la legge dello Stato) va considerato al di sopra delle critiche? E se qualcuno lo critica, ad esempio un dipendente della struttura sanitaria di cui è presidente, può essere accusato di “lesa maestà divina” e, conseguentemente, essere condannato al licenziamento? È quanto sta accadendo a Genova, dove il sindacalista dell’Usb, Tullio Rossi, politicamente vicino al Movimento 5 stelle, da tempo denuncia strane (a suo parere) storie che avvengono all’Ente Ospedale Galliera presieduto da Angelo Bagnasco. In particolare, alla dirigenza dell’ente sarebbe andato di traverso un commento sulla pagina Facebook, nel quale Rossi a proposito dei progetti per la nuova struttura, scriveva: “Qualcuno mandi questo video a Papa Francesco, informate il Santo Padre su cosa accade nell’ospedale presieduto da Angelo Bagnasco, il pastore del dio denaro!!!!” Il commento lo si può valutare nelle maniere più svariate, lo si può considerare in tutti i modi possibili (positivamente o negativamente), lo si può condividere o ritenere inopportuno, ma oggettivamente non può essere causa di una contestazione che sarà valutata da una commissione nelle prossime settimane e che si potrà concludere con il licenziamento, un epilogo che poco si accorda con alcuni concetti cristiani a cominciare da quello relativo al porgere l’altra guancia. E nonostante in tempi passati Papa Francesco a proposito di un’altra vicenda abbia sdoganato la possibilità di rispondere con un pugno (dichiarazione che sollevò non poche critiche), sarebbe più che mai opportuno un intervento del Vaticano per indurre il suo “pastore di anime” a rinfoderare la spada per far ricorso al ramoscello d’ulivo. In fondo, fu esattamente quello che Gesù Cristo fece in occasione del suo arresto invitando una delle sue pecorelle più combattive a non opporre resistenza. E, per quanto la democrazia non sia un tratto caratterizzante del sistema di potere vaticano, non bisogna mai dimenticare che qui parliamo di un altro stato, quello italiano, in cui la critica espressione del pensiero è costituzionalmente garantita. Insieme all’attività sindacale nelle sue variegate forme.

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