-di MAGDA LEKIASHVILI-
Nell’agenda presidenziale di Donald Trump ritorna la questione di Cuba. Il capo della Casa Bianca ha annunciato che la sua amministrazione stringerà accordi con Cuba al fine di aiutare il popolo cubano a raggiungere la libertà. L’America non chiuderà più gli occhi di fronte alle oppressioni comuniste. Trump ha rassicurato la gente di Cuba che i soldi e i finanziamenti americani da ora in poi non finiranno più nelle tasche del governo, anzi tutti i movimenti finanziari saranno destinati al servizio dei cittadini cubani. Donald Trump definì l’amministrazione di Raul Castro come un “regime brutale” e descrisse con parole forti le repressioni di fedeli religiosi nel paese. Inoltre, a parere del presidente americano, Cuba rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale americana, anche perché il paese ha spedito armi alla Corea del Nord e permettesso agli “assassini di poliziotti” (cop killers) di cercare e trovre rifugio all’interno delle sue frontiere.
Le critiche non mancano neanche verso la precedente amministrazione di Barak Obama. Secondo l’attuale presidente americano, gli accordi firmati dal suo predecessore rappresentano patti unilaterali e vanno assolutamente annullati al più presto possibile. Al contrario di Obama, Trump vuole rivedere le trattative e cambiare la politica per far coincidere quest’ultima con gli obbiettivi dell’amministrazione. Non muteranno le relazioni diplomatiche, così come i voli commerciali, ma i viaggi a Cuba saranno controllati maggiormente. Le prime revisioni politiche si concentreranno su come eliminare i viaggi individuali a Cuba (esistono alcune categorie di americani che hanno il permesso di attraversare la frontiera cubana per motivi educativi, professionali, umanitari, sportivi, artistici o commerciali, ma non turistici. Secondo la Casa Bianca la soluzione non è stata adeguatamente controllata favorendo la possibilità di mascherare dietro questo tipo di trasferte finalità esclusivamente turistiche e per gli americani gli scambi turistici con Cub attualmente non sono legali). Resta un aspetto che Trump non ha chiarito (o non è riuscito a chiarire): come farà a dirottare i quattrini direttamente nelle mani dei cittadini aggirando i controlli statali. Gli investimento americani a Cuba, in ogni caso, probabilmente subiranno ulteriori restrizioni.
I nuovi indirizzi politici non incideranno sulle norme che regolano i viaggi familiari e quelli a scopo giornalistico. Non viene influenzata neanche l’attuale politica che protegge i cubani che sbarcano sul suolo americano per cercare rifugio.
In queste scelte, Russia, a sua volta, vede un ritorno alla retorica quasi dimenticata della Guerra Fredda. L’approccio scelto da Trump approccio ha caratterizzato le relazioni fra i due paesi (Usa a Cuba) per decenni. “Quando la precedente amministrazione di Washington ha lanciato significative modifiche, abbiamo pensato, che le nuove iniziative non fossero una manifestazione di buona volontà dei singoli politici, ma un conseguenza del fallimento della politica delle sanzioni contro il piccolo stato che vuole essere libero” , questa la l’ opinione che illustrano al ministero esteri russo. E aggiungono: “Ora è chiaro, che l’atteggiamento anti-cubano negli Usa continua ad avere una certa attualità”. Mosca ovviamente ha confermato la sua solidarietà a L’Avana.
(1) Trump faceva riferimento a Joanne Chesimard, una ex “Pantera Nera”, fuggita a Cuba nel 1984 dopo essere scappata da una prigione del New Jersey, condannato a morte per aver ucciso un soldato.