Voucher: la manifestazione Cgil e il doppio trucco del governo

 

Il Governo poteva far fare il referendum o poteva cercare di evitarlo attraverso il dialogo con chi lo ha promosso, invece ha cercato una terza via, mai fatta prima. Ha abrogato i voucher e poi introdotto una nuova forma”. Guglielmo Epifani è stato segretario della Cgil e ieri ha condiviso le ragioni della manifestazione organizzata dalla Confederazione che ha guidato per molti anni. Completamente condivisibile la sua analisi; conseguente la scelta della Cgil e di Susanna Camusso di riaprire a questo punto il dibattito sulle piazze cominciando da quella romana in questo sabato a dir poco infuocato (dal punto di vista meteo). Perché è evidente che il governo di Gentiloni (e Renzi) ha usato un doppio trucco. Politico, in primo luogo. Si parla tanto di rappresentanza, ci si straccia le vesti (Renzi, a dir la verità, non tanto anzi sembra quasi contento che sempre meno gente vada al seggio) per i dati sull’affluenza al voto in costante diminuzione (6 punti alle ultime amministrative) e poi quando tre milioni di persone firmano per un referendum chiedendo l’attivazione di uno strumento di democrazia diretta, ecco che dal cilindro il “prestigiatore” temporaneamente ospitato a Palazzo Chigi tira fuori il coniglio per “scippare” un diritto che, leggi e costituzione alla mano (dimenticavamo: Renzi e Gentiloni avrebbero voluto modificarla e forse hanno agito in coerenza con quella immaginata), quei tre milioni di firmatari avevano legittimamente conquistato. E così si dice che si aboliscono i voucher mentre contemporaneamente si è già al lavoro per reintrodurli. Complimenti: una bella maniera per dire ai cittadini che di quel che pensano loro, la classe di governo “francamente se ne frega”, parafrasando il famoso Rhett Butler di “via col vento”. Poi, però, c’è il trucco sociale. Tutti sanno che da questa strettoia dei voucher, dall’uso distorto che di essi viene fatto si poteva uscire solo approfondendo la questione con le parti interessate (in particolare con quelle che subiscono l’abuso) e valutando con attenzione gli aspetti critici (e sono tanti) del problema. Invece, bisognava fare i fretta, per lusingare gli amici e gli amici degli amici e in un certo ambiente Renzi di amici sembra averne tanti, forse molti di più di quelli che aveva ieri a piazza San Giovanni. Si può anche pensare di governare a favore di qualcuno, certo, però, non si può pensare di governare contro qualcuno e, in questo caso, si è governato contro i cittadini-elettori, contro i lavoratori e contro i sindacati.

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