La tomba di Giuseppe Modigliani e la memoria negata

 

-di MARCO ZEPPIERI-

“Politico e avvocato. In questa seconda veste professionale partecipò al processo contro gli assassini di Giacomo Matteotti in rappresentanza delle parti civili. Riformista, ebbe con Turati un rapporto complicato mentre intrattenne relazioni più intense e affettuose con Gaetano Salvemini. Rampollo della buona borghesia ebraica romana, fratello del famoso pittore e scultore Amedeo, era nato a Livorno il 28 ottobre 1872. Nella diatriba tra riformisti e massimalisti lavorò per evitare la rottura. Poi, però, in occasione del Patto Molotov- Ribbentrop, assunse una posizione intransigente chiedendo l’espulsione di Nenni accusato di avere un atteggiamento troppo morbido nei confronti dei comunisti. Al rientro in Italia, dopo la caduta del fascismo, partecipò alla scissione di Palazzo Barberini, seguendo Saragat. Eletto alla Costituente ma minato dall’esilio e dalla lunga lotta al fascismo, morì a Roma il 5 ottobre 1947.” Così Antonio Maglie descrive in breve la vita di Giuseppe Emanuele Modigliani nel libro “Bruno Buozzi. Il padre del sindacato”.

Oggi 4 giugno 2017 Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi, ha, come ogni anno, reso omaggio, nel settantatreesimo anniversario dell’assassinio, alla tomba di Buozzi nel cimitero monumentale del Verano a Roma.

Come ogni anno la Uil Fpl, ed in particolar modo Sandro Biserna e l’ex segretario generale Carlo Fiordaliso, si è prodigata affinché sia la tomba sia il monumento eretto sul luogo dell’eccidio in località “La Storta” avessero una loro dignità, mantenendo il significato storico e politico.

Tutto bene. Grazie Sandro e grazie Carlo.

La cosa triste invece è un’altra. Vicinissima alla tomba monumentale di Buozzi vi è, poggiata a terra, una lasta con inciso “G.E. Modigliani Socialista e Vera” completamente abbandonata. Spoglia neanche un fiore, un garofano per ricordare uomini e donne che hanno fatto la nostra storia .

C’è una famosa fotografia che ritrae Buozzi, Nenni e Modigliani esuli a Parigi insieme ad un gruppo di militanti.

Il sorriso che si legge sui loro volti è il vero messaggio di libertà che ci hanno lasciato.

Chi si ricorda di loro, chi si ricorderà di loro; la memoria e soprattutto la riconoscenza sono sentimenti oramai in via di estinzione se neanche chi è predisposto a farlo lo fa più.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi