Dice Matteo Renzi: “La mia idea di legge di bilancio è diversa da quella di Mario Monti. L’austerity non ha rilanciato l’Italia e ha aumentato i disoccupati. Noi lavoriamo perché ci siano più posti di lavoro. E faremo questo insieme a Paolo Gentiloni”. Difficile dissentire da una così perentoria dichiarazione di principio dell’ex presidente del consiglio. Ma a questo punto sorge spontanea un quesito: ma da chi è presieduto il governo che incontra i sindacati sulla vendita dell’Ilva e annuncia seimila esuberi? E chi lo sostiene? E chi ha avviato questa procedura che Gentiloni gestisce nell’atto finale ma che il suo ministro per lo sviluppo (?), Carlo Calenda, segue sin dai primi vagiti? La politica ha un problema di sintonizzazione: dice una cosa mentre in realtà ne fa un’altra. Un po’ di coerenza non guasterebbe.