La Russia protesta e Putin reprime

-di MAGDA LEKIASHVILI-

Un leader dell’ opposizione russa, Alexey Navalny ritorna in carcere. La polizia lo ha arrestato ieri durante una protesta anti-corruzione nel cuore di Mosca. Non ha mollato neanche dopo la sua detenzione e ha lanciato un tweet incoraggiando i suoi compagni a continuare di battaglia chiedendo loro di proseguire con determinazione.

Navalny ha promosso la protesta dopo aver pubblicato sul suo blog alcuni documenti nei quali accusa il primo ministro, Dmitry Medvedev di aver accumulato inventi proprietà (si parla di beni e contanti per 1,2 miliardi di dollari) attraverso varie pratiche di corruzione. A parere di quanto afferma il blogger Medvedev sarebbe proprietario di palazzi, yacht e vigneti. Inoltre il suo stipendio supererebbe quel che gli sarebbe ufficialmente dovuto.

Il premier non ha commentato le accuse lanciate contro di lui, ma la sua portavoce, Natalya Timakova, definisce le denunce “attacchi propagandistici” derubricandole sotto la voce insinuazioni.

Migliaia di persone si sono riunite in diverse piazze della federazione russa, chiedendo le dimissioni di Medvedev. Almeno 500 manifestanti sono stati arrestati (ma le fonti dell’opposizione parlano di oltre settecento). Alla base degli arresti l’accusa di aver partecipato a manifestazioni non autorizzate. Infatti, Navalny aveva organizzato la protesta in novantanove città della Russia; solo diciassette, però, avevano autorizzato le manifestazioni, le altre settantadue l’avevano proibita. Ovviamente, la protesta contro Medvedev ha coinvolto anche Putin con i manifestanti che hanno scandito slogan contro l’attuale presidente: “Abbasso Putin”, “la Russia senza Putin”, “Putin è un ladro”. I giornalisti presenti hanno sostenuto che la partecipazione ai cortei è stata più massiccia di quanto non avvenne nelle manifestazioni anti – governative nel 2011-2012.

Navalny ha ribadito la sua intenzione di correre per la presidenza nel 2018 contro Vladimir Putin. Ma le condanne subite nei mesi scorsi rendono la sua corsa decisamente in salita, quasi impossibile.

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