Go Beyond, “oltre” un paese che non è per giovani

 

-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Un bell’incontro e una grande opportunità per i giovani. Si è tenuta oggi a Roma a Via Napoli 36 la presentazione del corso di formazione “Go Beyond”. Un ciclo di seminari di alta formazione, “una buona idea frutto di un incontro di mondi diversi, perché le buone idee sono sempre idee collettive”. Queste le parole di Mauro Sasso, in rappresentanza della Uil, che con la Fondazione Nenni, il Forum dei Giovani e la Feps ha promosso questa iniziativa che punta a formare (o, quanto meno a informare) quadri politici (istituzionali e/o di partito) sindacali, dell’associazionismo e delle organizzazioni non governative.

Il Presidente della Feps Massimo D’Alema regala alla platea delle riflessioni sul mondo dei giovani e del lavoro inteso come chiave della cittadinanza. I giovani oggi si sono distaccati dalla politica e dalla partecipazione alla vita collettiva. “Sono una generazione all’opposizione e il referendum del 4 dicembre ne è la prova. L’82% degli elettori tra i 18 e i 24 anni ha votato no al quesito referendario”. C’è, secondo il Presidente della FEPS, una grande differenza tra i giovani europei e i giovani dei Paesi emergenti. In Europa i giovani non danno un impronta alla società, in Italia rappresentano solo il 15% della popolazione collettiva, costretti in un mondo dove l’unica convinzione che regna sovrana è che domani le cose saranno peggio di oggi e il domani fa paura. Nei paesi emergenti invece i giovani sono spinti da un sentimento di speranza.

È proprio questo il tema centrale dei dodici (a questo punto undici) incontri del seminario, che si concentra su “come i giovani vedono il mondo, non su come la mia generazione vede i giovani”. Giovani arrabbiati, giovani che per l’80% votano Lega Nord o Movimento Cinque Stelle. La FEPS, spiega D’Alema, è impegnata a elaborare studi globali. Ma senza dimenticare un paese, l’Italia, in cui la crescita in si attesta sullo 0,2% in confronto allo 0,4% dell’Eurozona. “Grazie alle straordinarie riforme di cui qualcuno si vanta la Romania cresce più di noi”, continua D’Alema, spiegando che il 78% giovani italiani vive con i genitori per mancanza di reddito. In Scandinavia la percentuale si riduce al 20%, la media europea invece è del 50%, in Francia e Germania la percentuale si attesta intorno al 40%. La generazione italiana è numeri dipende dagli anziani. E sono proprio destinate agli anziani le politiche di sostegno, “togliere tassazione alle case lusso è una politica per gli anziani e per ricchi non per i giovani, a loro interessano per esempio le politiche sugli affitti”. Quadro ancora più desolante è quello fornito dal Presidente della FEPS sul numero dei laureati tra i 30 e i 35 anni. In Italia solo il 26%. Siamo penultimi, peggio di noi solo la Romania. Stesso discorso anche per il numero di neet (giovani che non studiano e non lavorano) che si attesta intorno al 21% contro una media europea del 12%.

Cesare Salvi, membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Nenni, parla dei problemi che i giovani devono affrontare nel mondo del lavoro. Dati terrificanti quelli elencati, a partire dalla disoccupazione giovanile, passando dal Jobs Act per concludere con la Legge Fornero. “Un Paese dove c’è una forte disparità tra giovani e anziani”, le parole dell’ex Ministro del Lavoro. “Una scommessa, quella di “Go Beyond” per formare, per collegare la conoscenza dei temi legati al lavoro con quelli della democrazia, passando per il grande problema della partecipazione politica in un mondo dove c’è una crisi non solo economica ma anche sociale, culturale, valoriale e di partecipazione. E tutto questo produce insoddisfazione e una rabbia che segue canali individuali”.

Un sindacato a disposizione dei giovani, questo è l’obiettivo. La sfida della UIL è ben spiegata dalla Segretaria Confederale Silvana Roseto:le nuove generazioni devono potersi riconoscere in un organizzazione sindacale laica che vuole essere inclusiva, dando la possibilità ai giovani di avere una possibilità di crescita e di formazione. La UIL è convinta che la cultura renda liberi e la ratio di “Go Beyond” è proprio questa. Un sindacato che vuole smuovere le coscienze e far reagire. Un confronto aperto per comprendere cosa voglia dire essere ancora cittadini italiani in un mondo in cui i giovani non si riconoscono nei canoni tradizionali”.

Per Carlo Fiordaliso, vicepresidente della Fondazione Nenni, è una scommessa vincente, una scommessa con cui il sindacato deve misurarsi. Stessa scommessa abbracciata dal Forum dei Giovani, per il Consigliere di Direttivo Andrea Gattuso “la partecipazione è la strada giusta per uscire da questa situazione di crisi non basandosi però su una contrapposizione tra vecchi e giovani ma costruendo un rapporto basato sulla solidarietà”.

Valentina Bombardieri

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