Il trionfo della politica diseducativa

Salvini

-di MARCO ZEPPIERI-

Estate 2016. Festa leghista, Matteo Salvini leader del Carroccio rivolto alla Presidente della Camera Laura Boldrini: “Se per pagare le pensioni, serve far entrare in Italia 300mila migranti all’anno, sei tarata mentale. Donne e bambini in fuga dalla guerra sono i benvenuti, i ragazzi robusti che rompono le scatole in piazza, no”.

“Tarata mentale a chi?” avrebbe detto Totò.

Ma cosa significa appunto quella espressione rivolta alla terza carica dello Stato?

La prima cosa che ho fatto è stato di prendere il dizionario cercando di capirne di più. Per “Tarato mentale” cosa dice la Treccani: “Di persona che ha qualche tara, che soffre di anomalie o malattie ereditarie; per estens., di persona moralmente non sana”.

Avrà pensato a questo il buon Salvini pronunciando “Tarata mentale”. Non lo so. Comunque queste poche righe sono qui non per disquisire sul linguaggio del leader del Carroccio, ma per sottolineare la corsa allo sberleffo, all’epiteto più coinvolgente che si è scatenata negli ultimi trent’anni nella nostra società

Ma perché ricorrere sempre all’offesa personale?

Di offesa in offesa dove si arriverà. Rileggendo le favole di Fedro si ritrova una citazione preoccupante: “Di solito l’offeso ripaga con la stessa moneta”.

In questo caso sicuramente no. La presidente Boldrini non si abbasserà a questo livello non cadrà nella trappola della provocazione.

Il problema reale è proprio questo il non rispondere il non abbassarsi a tale livello. Anche perché la politica nel significato più nobile (abbastanza disperso in questi anni di degrado del costume oratorio anche incentivato da strumenti di comunicazione tanto veloci da obbligare il più delle volte a sintesi sensazionalistiche e volgari) ha sempre svolto una funzione didattica, sinceramente assente nelle intemerate di Salvini (ma non solo nelle sue: il ”vaffa Day” che ha proiettato Grillo e il suo partito ai piani alti del potere italiano è il marchio di fabbrica di questo nuovo modo di intendere il confronto sulle cose da fare per il bene della collettività).

Ripagare con la stessa moneta o non ripagare e far finta di niente sentendosi dare dei buonisti?

Entrambe le cose sono errate secondo me, l’errore è a monte. Non lamentiamoci poi se insulto dopo insulto si arriva alla degenerazione, deriva inevitabile soprattutto perché se lo spirito di emulazione negli aspetti più negativi della vita associata è malanno inevitabile, il contagio può finire per assumere caratteri di massa nel momento in cui a ispirarlo sono coloro che per ruolo e posizione all’interno del sistema si pongono o vengono vissuti come esempi, in quanto considerati i “migliori”. I più rappresentativi. Appunto.

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