Le parole d’autore di Nenni: “La politica è un blocco monolitico”

 

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– DI FRANCESCA VIAN –

L’aggettivo monolitico, termine scientifico che indica ‘di ciò che è costituito di un solo blocco di pietra, per lo più di eccezionali dimensioni’ è una parola novecentesca. Pietro Nenni ne estende il significato alla politica, già nel 1923: “la borghesia non è un blocco monolitico” (Avanti!, 22 agosto 1923, p. 1, ripubblicato in La battaglia socialista contro il fascismo, 1977).

Un esempio interessante di Pietro Nenni di monolitico del 1945 m’è sembrato anche monoliticamentefondante del suo pensiero, oltre che la chiave di volta che sostenne la lotta per la repubblica. Mi sembra che si vada più in là di dire: politique d’abord!, la politica prima di tutto. Ma lascio l’interpretazione a chi legge e ne sa più di me, con preghiera anche di interpretare o attualizzare il pensiero di Nenni, nei commenti (che in verità sono ben più interessanti della pagina stessa, e ne ringrazio gli autori).

La politica è un blocco monolitico. Non c’è una politica internazionale la quale non sia funzione di quella interna o della sociale; e viceversa. (…) Politique d’abord! So che questo “slogan” solleva delle obiezioni in vari campi. (…) Nessuno più di noi socialisti, nessuno più di me, è sensibile ai problemi economici mentre andiamo verso un autunno che può celare nel suo grembo delle funeste sorprese. (…) Condivido quest’ansia senza tuttavia tacere che non daremo una soluzione alle difficoltà di emergenza e di contingenza senza un piano, non elaboreremo un piano organico ed a lunga portata senza un Governo il quale disponga della sicurezza dei mezzi di intervento; e non avremo un Governo pienamente efficiente prima di aver risolto la crisi dello Stato. (…) Un compagno sindaco di una delle grandi città marinare del nord mi scriveva in questi giorni che “la Costituente ci è più necessaria del pane”, ed aveva ragione, nel senso che la Costituente è la condizione pregiudiziale di tutto, anche del lavoro, anche del pane” (Avanti!,31 agosto 1945).

La politica è costituita di un mónos (unica) líthos (pietra): la direzione fondante, che poi trascinerà da sé a soluzione tutti gli altri problemi, da cui non si può staccare tutto il resto. Con la Costituente si avrà pane domani, perché le condizioni della fame non ci saranno più. Questa fame del 1945 mi ha fatto pensare a un’altra fame, terribile, quella del 1898, quando in tutte le piazze d’Italia le proteste per il carovita vennero duramente represse. E’ noto che il generale Bava Beccaris a Milano adoperò i cannoni contro la folla. In verità, sfogliando i giornali dell’epoca, si rimane impressionati dall’entità del disastro che si andava consumando in ogni città italiana, compresa Faenza. Tornando da scuola, a sette anni, Nenni vide cavalli e cavalieri lanciarsi sulla folla affamata. Una vecchia storia di fame, una storia sempre uguale. E’ opportuno allora, nel 1945, garantire non il pane dell’oggi, ma il pane di sempre, come diritto fondamentale ineludibile. Di fame ce ne sono state tante, troppe, nella storia della schiavitù umana: solo liberandoci dalla schiavitù, risalendo la piramide monoliticaverso la luce dell’emancipazione, ci libereremo anche della fame (l’immagine è di Giuseppe Scalarini, Il Partito Socialista guiderà il proletariato all’emancipazione, in Sempre Avanti!, 18 novembre 1946, scalarini.it). Si tratta di un pensiero estremamente forte, e possiamo dire anche impopolare, un pensiero monolitico, che volge lo sguardo più a noi cittadini del 2016 che a quelli del 1945.

La Costituente ci è più necessaria del pane”. E la Costituzione ci è riuscita, almeno a dichiarare che la repubblica deve dare il pane a chi non ne ha. Certo, la Costituzione – nel suo essere in fieri nei diritti fondamentali – non ha tolto ancora a tutti la fame. Ma le cose vanno meglio. Leggendo la bellissima pagina di questo blog di Luciano Pellicani possiamo aggiungere anche che le cose vanno molto meglio (https://fondazionenenni.blog/2012/03/12/novecento-secolo-del-progresso/ Novecento, secolo del progresso, 12 marzo 2012).

Perdonatemi, se allungo con un “monolitico” di Pier Paolo Pasolini. Ne scrisse diversi, ma il più bello è questo: “Cosa dicevano, col linguaggio inarticolato consistente nel segno monolitico dei capelli, i capelloni, nel ’66-’67?” Ai capelloni… i capelli! A noi, cittadini di domani, ci volle ieri … un’intransigenza monolitica e una grande fede nell’avvenire.

Alla prossima, con il Nenni cronista del processo Landru. francescavian@gmail.com

Nota L’uso estensivo dell’aggettivo monolitico è già accreditato a Pietro Nenni dal Nuovo dizionario etimologico della lingua italiana (1999), curato da Manlio e Michele Cortellazzo (la fonte per monolitico è Vian, Lingua Nostra, 1992). E’ assegnato contemporaneamente anche ad Antonio Gramsci, con una data imprecisata: ho potuto personalmente verificare che quest’ultimo lo utilizzò almeno due volte nei Quaderni dal carcere, opera scritta dopo il 1929. Un esempio di Gramsci, sia pur successivo, è però interessante perché egli scrive “monolitico” tra virgolette: ha cioè la consapevolezza di utilizzare un termine scientifico in una forma inusuale, traslandolo alla politica. E’ quindi una prova che si tratta di una parola nuova, anticipata però di qualche anno da Pietro Nenni. In un altro caso Gramsci cita le parole di Vittorio Emanuele Orlando (che contengono l’aggettivo monolitico), ma anche lo scritto di Orlando citato da Gramsci è posteriore all’esempio di Nenni.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

2 thoughts on “Le parole d’autore di Nenni: “La politica è un blocco monolitico”

  1. Anche questa puntata molto interessante e attuale. Ricordarsi , oggi, della Costituente e della Costituzione è un obbligo morale. Ha fatto bene Francesca Vian a ricordarci di leggere la bella pagina, in questo blog, di Luciano Pellicani. Belli i riferimenti a Pier Paolo Pasolini.

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