-GIUSEPPE TAMBURRANO-
Brilla ancora la stella di Renzi nel cielo della politica italiana. Brilla ma è già spenta e la luce persiste per la sua distanza (dai problemi reali?) Passerà alla storia come una meteora?
Renzi è imbattibile nella comunicazione, certo no nella realizzazione. A 284 giorni dall’insediamento il bilancio del suo governo si limita ancora agli 80 euro. Sono in discussione il job’s act (non si può chiamarlo con le parole italiane “legge del lavoro”?) e la riforma del Senato: un pasticcio di cui nessuno sente il bisogno, mentre è reale l’esigenza di una riforma seria del bicameralismo. Sono state abolite le province ma (come ha osservato Nicodemo Settembrini in una lettera al Corriere della Sera del 30 novembre) a un mese dalla scadenza non si sa con esattezza nè quali saranno le funzioni che resteranno al nuovo ente né dove saranno collocati e a che fare gli attuali dipendenti. E siamo sicuri che riuscirà a varare la legge elettorale?
Renzi piace molto agli imprenditori. D’Alema lo ha criticato invocando “meno mercato e più stato”. Incredibile! E’ stato proprio lui, quando “comandava” a invocare meno stato e più mercato (vi ricordate il suo inno ai “capitani coraggiosi”?).
Ha stipulato un patto di collaborazione (“il Nazareno”) con Berlusconi, il quale, sia detto per inciso, non ha concluso la sua vicenda giudiziaria sul caso Ruby. Ma si ha l’impressione che Renzi stia mollando il Cavaliere e stia guardando con interesse alla crisi dei grillini. E tra pochi giorni si aprirà il suk della elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
E, dulcis in fundo, ricordiamo che gli italiani sempre più numerosi non vanno al seggio elettorale.
Ma una nuova stella si è accesa nel firmamento italiano: quella di Salvini che ha buttato nel Po l’ampolla con Bossi e il celodurismo e si propone a tutto il paese con un appeal che non ha nulla da invidiare a Marine Le Pen.
Gli elettori che disertano le urne, quelli che abbandonano Berlusconi e quelli delusi dalla grave crisi dei 5 Stelle sono un enorme serbatoio di voti per un leader come si profila Salvini che non ha la parola facile di Renzi ma sembra avere le idee chiare. Che a me non piacciono perché sono di destra ma possono piacere a molti italiani perché stufi: non dimentichiamo che nel 1924 oltre il 60 per cento degli italiani votò nella cabina elettorale per Mussolini, non perché fascisti ma perché stufi del disordine che la “democrazia” aveva concorso a provocare nel Paese.
Non fa una piega, ha ragione su tutto e la sinistra deve svegliarsi. Saluti socialisti!