-ALFONSO ISINELLI-
I mille giorni sono partiti, almeno così ha dichiarato il Presidente del Consiglio, minacciando allo stesso tempo, neanche velatamente, il ricorso alle urne nel caso qualcuno voglia bloccarlo. Sarà per questo che, d’accordo con Berlusconi, nel solco del patto del Nazareno, l’Italicum torna ad accelerare il cammino, sopravanzando riforme, in primis quella della Pubblica Amministrazione, che dei famosi mille giorni è, Renzi dixit, pietra miliare?
Mentre sul Jobs Act, di cui si è cominciato a parlare nel dicembre dell’anno passato, improvvisamente si serrano le fila (chissà su pressioni di chi…). Se entro ottobre il Parlamento non approva la delega, si procederà per decreto, fra i dubbi costituzionali, ineccepibili, di Napolitano e quelli politici di un importante parte del PD: Bersani parla di intenzioni surreali, il presidente del partito Orfini di necessità di correzioni importanti.
In tutto questo i parlamentari sono impantanati da mesi nell’elezione dei 2 membri della Corte Costituzionale e in quella dei membri laici del CSM (qui almeno 5 su 7 sono riusciti ad eleggerli). Veti incrociati, nomi indigeribili per gli stessi partiti che li propongono: Violante, Catricalà, Bruno bruciati sull’altare delle larghe intese costituzionali che molti deputati e senatori non digeriscono, impallinando i candidati nell’anonimato del voto segreto.
Il Presidente della Repubblica, ha lanciato l’ennesimo monito infervorato, lamentando soprattutto il fatto che il CSM non possa insediarsi, mancando all’appello i membri di nomina parlamentare, e di conseguenza non si può procedere alle nomine dei capi di importanti Procure della Repubblica, da Milano a Palermo. Ha inoltre fatto notare che, visto la stagione di (pasticciate) riforme costituzionali, sarebbe forse il caso di rivedere il quorum, altissimo, per l’elezione dei giudici della Corte e dei membri del CSM, superiore a quello necessario all’elezione del Capo dello Stato, organo massimo di garanzia, dal quarto scrutinio.
Ovviamente tutte le famose riforme sono ferme, mentre il paese si avvita tra recessione e deflazione, in attesa della fumata bianca (pare che ci sia un accordo che comprende SEL e Lega, a spese del M5S per sbloccare la situazione). Speriamo di arrivare in buona salute alla fine dei mille giorni.