-VITTORIO EMILIANI-
Abbiamo votato per le europee e, nonostante il calo dell’affluenza, siamo ancora il Paese dove la percentuale dei votanti è più alta, segno di una partecipazione tutto sommato intensa. Quando ci si rifà alle altissime percentuali del dopoguerra, si dimentica che gli elettori pensavano che la non partecipazione al voto comportasse conseguenze dal punto di vista giudiziario. In effetti per anni figurò, se ben ricordo, nel certificato penale la scritta “non ha votato”. Un bel deterrente. Antidemocratico e però deterrente. Inoltre sino agli 80 i maggiori partiti erano fortemente strutturati, con collateralismi ancora funzionanti la Dc e con una organizzazione territoriale poderosa il Pci (il Psi se la cavava, all’inizio usando poco le preferenze).
Abbiamo votato ed abbiamo potuto usare addirittura 3 preferenze. Due più delle comunali. Tre più del malinconico zero che da anni ci perseguita nelle elezioni per il Parlamento: il Mattarellum ci consentiva almeno una scelta di collegio e una preferenza per la parte proporzionale regionale; il Porcellum invece nulla di nulla. Così siamo arrivato alle Camere dei nominati: nominati dalle segreterie od oligarchie di partito, dalla rete (con pochissimi voti a volte) per il M5S. Cosa che rimarrebbe con l’Italicum scaturito dal patto Renzi-Berlusconi, una pessima legge elettorale, peggio dello stesso Porcellum se è possibile. Mentre il Senato viene chiamato pomposamente Camera delle Autonomie e contemporaneamente svuotato di ogni potere di garanzia e di controllo, risultando alla fine declassato ad una mini-Camera di “nominati” (da Comuni, Regioni, Quirinale, ecc.) che verranno in trasferta a Roma neppure rimborsati. Comunque niente preferenze, nel modo più assoluto, niente possibilità per il cittadino elettore di scegliere quei candidati (un tempo le preferenze erano 4 per la Camera e per i Comuni) che stima e considera i migliori.
Si è spesso detto che le preferenze favorivano giochi di potere, infiltrazioni malavitose e altro. Alle Europee non c’è stato nessuno scandalo in proposito. Anzi, il voto di opinione si è espresso in modo chiaro in alcune situazioni. Basta leggere i voti andati ai candidati del Pd a Roma. Gli elettori italiani hanno dimostrati senso di responsabilità, anche nell’uso delle preferenze. Nonostante lo scadimento evidente della politica, non siamo una “razza inferiore” rispetto al resto d’Europa.
Non si può che essere d’accordo con le tue considerazioni. La cosiddetta” opinione pubblica” dimostra dei limiti quando utilizza il voto come uno strumento di protesta e non, con quel segno, indicare le cose da fare.