Recensione – La formula di Grübler

di Rita Borelli

La libertà è senza dubbio uno dei doni più preziosi che ogni essere umano desidera possedere. Tutti hanno il diritto di vivere in libertà senza distinzione di razza, di religione, di classe sociale e di opinioni politiche. Ma essere liberi non vuol dire vivere senza regole, ma avere la capacità di relazionarsi con gli altri, rispettandone i principi di convivenza civile, senza tuttavia farsi influenzare da  stereotipi comuni, perché questo significherebbe diventare schiavi, non avendo effettuato scelte individuali ma avendo invece subito scelte fatte da altri. La Libertà è impalpabile come l’aria, ci si accorge di non averla solo quando è insufficiente, allora si soffoca e si muore. L’uomo ha sempre desiderato vivere senza subire limitazioni, che ne condizionassero l’autonomia, eppure la storia, ci ha mostrato che grandi popoli sono stati ridotti in schiavitù, come nell’antico Egitto per esempio, o nella Roma Imperiale e più recentemente nell’America.

Voltaire  a proposito della libertà scrisse una frase illuminante: “Un uomo  è libero nel momento in cui desidera esserlo”. Questo ci dice che nessuna costrizione imposta da un uomo ad un altro può limitarne la libertà se questo nel suo intimo si sente veramente Libero. La Libertà è un concetto ampio e difficile da stabilire, perché talvolta la libertà individuale potrebbe prevaricare  la libertà di coloro a noi vicini. Per questo forse e per mille altre ragioni, che il famoso matematico Grübler, elaborò una formula algebrica molto complessa attraverso la quale si riesce ad individuare il numero di gradi di libertà di un corpo nello spazio. Dall’idea di questa formula matematica e dal  concetto di Libertà in senso assoluto è sbocciata l’idea da parte dei bravissimi Detenuti-Attori di Rebibbia su Drammaturgia di Laura Andreini di elaborare la rappresentazione andata in scena al Teatro di Rebibbia N.C. dal titolo La Formula di Grübler.

Il tema trattato è la libertà che inseguono venticinque naufraghi sopravvissuti alla catastrofe della loro vita, banditi dal mondo e relegati a vivere su di un’isola dove non esiste nulla. Ognuno cerca a modo suo di sopravvivere e di non perdere la speranza nel ritrovare un giorno la libertà perduta.

La scenografia realizzata è volutamente minimale. Costituita da un unico elemento: dei cubi che nell’idea rappresentano massi più o meno pesanti, che i naufraghi spostano a seconda della necessità, realizzando ora delle scogliere su cui sedersi per pescare, ora dei tavoli necessari alla vendita del pesce a clienti immaginari. Le giornate trascorrono lente e noiose, la depressione e lo sconforto prendono talvolta il sopravvento creando tra i naufraghi tensioni e discussioni. Tutti hanno un unico desiderio: andare via, lasciare l’isola. Per questo tutti seguono le lezioni del Maestro, un naufrago che dice di possedere la formula che permette all’uomo di volare. Questo significherebbe poter lasciare l’isola  e tornare liberi. Tutti sono scettici, hanno paura a credere in questa possibilità; meglio non parlarne mai, soprattutto con i più giovani. Accade un imprevisto: il Maestro scompare. Qualcuno suppone sia volato via, altri temono invece che nel tentativo di provare a volare sia precipitato dalla scogliera e sia morto. Vengono ritrovate le pagine sulle quali il Maestro basava le sue lezioni di volo e si scopre che in realtà erano solo dei fogli bianchi. Niente formule segrete o tecniche per volare, il Maestro si era preso gioco di loro. Si sentono traditi, sono sopraffatti dalla disperazione. Dovranno rimanere sull’isola – loro prigione – per sempre.  Solo un naufrago, chiamato da tutti il Sognatore, mette in pratica l’insegnamento più importante lasciato dal Maestro: credere fermamente in ciò che si vuole ottenere: solo così i sogni, anche i più ardui, possono realizzarsi. Lui applica questo concetto e finalmente avvera il suo sogno: vola via e riconquista la libertà, lasciando per sempre l’isola.

Uno spettacolo emozionante interpretato da 25 talentuosi Detenuti-attori che hanno mostrato di possedere un’ottima padronanza di scena e un buonissimo livello di recitazione, supportandosi vicendevolmente in una recitazione corale. Bellissima l’idea finale dello spettacolo, realizzata con un  sapiente gioco di luci ed ombre proiettate su un fondale nero, che consente alle mani dei naufraghi la simulazione del volo degli uccelli,  a dimostrazione della riconquistata libertà. Ottima l’intuizione di coinvolgere nel progetto un attore con handicap, che ha svolto il suo ruolo con temperamento da vero artista. La freschezza e l’entusiasmo di questi attori ha  contagiato una platea accorsa numerosissima e che, alla fine, ha regalato lunghi e meritati applausi. Uno spettacolo realizzato drammaturgicamente in modo ineccepibile da Laura Andreini che ne ha curato anche la regia, avvalendosi della collaborazione di Giuditta Cambieri come assistente e di Francesca di Giuseppe per la collaborazione alla drammaturgia.

Lo spettacolo ha convinto ed emozionato il pubblico anche nel momento dei ringraziamenti da parte dei  Detenuti-attori, i quali hanno espresso la loro gratitudine verso le istituzioni carcerarie che hanno permesso loro di poter realizzare questo progetto tanto desiderato, e al pubblico per la calorosa accoglienza.

L’attore che ha interpretato la parte del Sognatore ha dichiarato commovendosi: “È stato bellissimo poter recitare, fare il teatro cambia la vita e fa diventare ogni uomo migliore. Fare teatro e recitare è poter accedere ad un mondo nuovo, sconosciuto ma veramente meraviglioso”.

È sempre possibile rialzarsi dagli errori e diventare persone nuove e belle. Bisogna solo credere fermamente per poter realizzare i propri sogni. E il teatro è un sogno che ogni sera diventa realtà. Grazie ragazzi per questo sogno reale che ci avete donato. E buona vita a ognuno di voi.

 

Teatro di Rebibbia N.C.

5 Luglio 2023 ore 16:00

 

LA FORMULA DI GRÜBLER

 

Drammaturgia e regia di

Laura Andreini

 

Con i Detenuti-attori di

Rebibbia N.C.

Santo Barbino

Maurizio Buccinà

Giordano Calverino

Giuseppe Cannale

Francesco Carrieri

Alberto Cesari

Gennaro De RoA

Giuseppe Di Bello

Mario Falanga

Marco Feri

Franco Gadaleta

Simone Gualtieri

Marco Lazzari

Adilson Lopes

Davide Mannarà

Giuseppe Marcucci

Roberto Pecci

Roberto Silveri

Gabriele Simeone

Paolo Tomassetti

 

Giuditta Cambieri

Regista assistente

 

Francesca Di Giuseppe

Collaborazione alla

Drammaturgia

 

Paola Pischedda

Costumi

 

Marco Catalucci

Disegno luci

 

Alessandro De Nino

Organizzazione

 

Fabio Cavalli Direzione

di progetto

 

N°143 del 10/07/2023

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

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