MARIA RITA GISMONDO: “CREDO MOLTO NELLA CURA CONTRO IL SARS CoV2 CON GLI ANTICORPI MONOCLONALI E LA SIEROTERAPIA”

-di PIERLUIGI PIETRICOLA

 

Alberto Zangrillo e l’inesistenza clinica del Sars CoV2. L’idrossiclorochina, gli anticorpi monoclonali, la sieroterapia, le previsioni su una possibile seconda ondata di questo virus. E infine: i raggi ultravioletti, quindi il caldo e l’Estate, sconfiggono effettivamente il Sars CoV2? Come ogni settimana, ci aiuta a rispondere a queste, e a molte altre domande, la Professoressa Maria Rita Gismondo.

 

Professoressa Gismondo, partiamo dalle dichiarazioni di Alberto Zangrillo: il virus è ormai clinicamente inesistente. Hanno scandalizzato anche lei?

Secondo me Zangrillo ha detto una frase utilizzando una terminologia che, scientificamente dal nostro punto di vista come virologi, riesce difficile da accogliere. Questo, a mio avviso, è il motivo delle varie polemiche che si sono sollevate contro di lui. Io credo che Zangrillo volesse semplicemente dire che la patologia derivante da un’infezione da Sars CoV2 adesso è diversa rispetto ai primi casi e, quindi, è cambiata.

Allora ha ragione Zangrillo?

Indubbiamente la situazione è cambiata. E questo è sotto gli occhi di tutti. Ci sono meno casi, la carica virale è nettamente inferiore, c’è più attenzione all’igiene personale: tutto questo ha contribuito a cambiare il comportamento del virus con l’uomo. In Lombardia, come sappiamo, la situazione è diversa, purtroppo, rispetto al resto d’Italia.

Come mai secondo lei?

Inizio a sposare l’ipotesi che l’inquinamento che c’è in questa regione contribuisca ad una diffusione del virus e, quindi, anche ad una sua resistenza ad allentare la presa.

La rappresentante dell’Oms, Maria von Kerkhova ha detto nei giorni scorsi che parlare di asintomatico infettivo è, scientificamente, un nonsenso. Lei è d’accordo?

Direi proprio che la rappresentante dell’Oms ha ragione. Quindi condivido ciò che ha detto. Per noi gli asintomatici sono pazienti con del virus non rivelabile, quindi non rintracciabile. Nel senso che precisavo nella scorsa intervista: essendo presente nel soggetto una carica virale esigua, i sintomi dell’infezione non si sviluppano.

L’università di Oxford ha pubblicato uno studio in base al quale i raggi ultravioletti indeboliscono il Sars CoV2. Secondo lei è vero o è un’ipotesi azzardata?

Indubbiamente è vero. Poi occorre specificare che bisogna vedere le situazioni temporali specifiche di esposizione del virus ai raggi UV, le temperature raggiunte, e così via. Tuttavia i risultati di questo studio li condivido.

Quindi possiamo dire che il Sars CoV2 è ormai indebolito?

Non è una dicitura esatta. Come tutti i coronavirus respiratori, dopo una prima fase particolarmente aggressiva, ne segue una di adattamento all’ambiente nel quale si diffonde, altrimenti la sola alternativa che gli rimane è quella della sua scomparsa. Come tutti i virus ad RNA, quale è il Sars CoV2, essendo soggetti a mutazioni geniche, anche questo potrebbe mutare. Allo stato attuale, mutazioni in tal senso non sono state registrate. Diciamo che l’insieme combinato fra i raggi UV e i diversi comportamenti sociali che si hanno in Estate, stagione che non favorisce molti assembramenti in luoghi chiusi, contribuisce ad abbassare il famoso parametro R0.

Lei è d’accordo con il consiglio di Brusaferro: vaccinarsi contro l’influenza per evitare che i sintomi di quest’ultima si confondano con quelli del Sars CoV2, essendo simili?

Io, per quanto mi riguarda, consiglio di vaccinarsi contro l’influenza che è una patologia seria e provoca ogni anno moltissimi decessi, soprattutto fra persone che presentano quadri clinici non proprio tranquillizzanti. Ciò detto, essendo i sintomi del Sars CoV2 sovrapponibili a quelli di una comune sindrome influenzale, non mi sento di bocciare il consiglio che ha dato Brusaferro. Però non me la sento neppure di abbracciare previsioni, pessimistiche o ottimistiche che siano, che non poggiano su certezze scientifiche. Come si fa a sapere che ci sarà una seconda ondata? Come si fa a sapere che non ci sarà? Per quanto mi riguarda, ed esprimo una mia personale convinzione, non si può prevedere né un caso né l’altro.

Se ci dovesse essere questa seconda ondata, però, possiamo dire che ci troverà più preparati?

Assolutamente sì. Adesso sappiamo come gestire le infezioni, sappiamo riconoscere i sintomi e trattarli in modo adeguato con medicinali che non sono specificatamente contro il Sars CoV2, però aiutano.

Si riferisce all’idrossiclorochina?

Sì, anche.

Perché l’Oms ne aveva sconsigliato l’impiego?

Ne sono, onestamente, rimasta stupita. Non ho condiviso per nulla questo tipo di atteggiamento. Non ultimo perché abbiamo visto che effetti collaterali gravi l’idrossiclorochina non ne dà e, ripeto, si è dimostrata efficace contro il Sars CoV2.

È notizia di questi giorni che è stato messo a punto un anticorpo monoclonale preventivo e curativo per il Sars CoV2.

Sì, è stato messo a punto sia ad Utrecht che, ora, negli USA. Sono assolutamente favorevole a questo tipo di cura, perché è naturale e ripongo in essa molta fiducia. Mi pare una via percorribile e diversa da quella di un vaccino.

A proposito del vaccino per il Sars CoV2, sembra che da Dicembre prossimo ne siano disponibili molte dosi.

Aspettiamo e vediamo.

Lei lo farebbe?

Se prodotto da un’azienda seria, con tutti i criteri di sperimentazione adottati e messi in atto, sì. Ma debbono esistere queste condizioni. Un vaccino deve essere efficace ma non tossico.

L’AIFA cosa dice riguarda il protocollo sperimentale della sieroterapia?

Ancora non si è pronunciata nel merito. Sono curiosa anche io di sapere cosa dirà. Tuttavia la sperimentazione, per fortuna, prosegue e continua a dare ottimi risultati.

pierlu83

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