– di ANTONIO TEDESCO –
“Trent’anni in sessanta minuti” (1989 – 2019, Lithos Editrice) è il fortunato titolo di un bel libro, fresco di stampa, che ci racconta l’Europa dalla caduta del muro di Berlino alla rivoluzione digitale, passando per il sovranismo. L’autore è Cristiano Zagari, docente, scrittore ed esperto di istituzioni europee, figlio di Mario Zagari (europeista, amico di Eugenio Colorni, parlamentare socialista di lungo corso, più volte Ministro e sottosegretario) che ci racconta forse il periodo più denso della storia del Vecchio Continente, segnato dalla fine della guerra fredda alla costruzione del progetto federalista sognato da Spinelli, Colorni e Rossi che forze sovraniste, o neo nazionaliste, cercano di mettere in discussione.
Cristiano Zagari ha scritto un bel libro, che si legge nel tempo di un viaggio in treno da Roma a Firenze (in sessanta minuti per l’appunto), comodamente seduti sul Frecciarossa; la formula è originale ed efficace: una lunga ed immaginaria intervista tra un giovane studioso e una navigata personalità del mondo accademico, sull’aliscafo che da Formia conduce a Ventotene, l’isola in cui prese forma, in modo concreto, il progetto politico di Europa Unita.
Il libro scorre rapidamente, appassiona, le domande del giovane studioso diventano incalzanti, pungenti, sempre più determinate ad entrare nel cuore dei problemi. Si parla di politica, economia, di Stato Nazione, del pericolo dei nazionalismi e, soprattutto si parla di opportunità e di sfide per il futuro, partendo da un assunto: non esistono più certezze da quando la classe media, vero motore dell’Europa, si è impoverita e sfilacciata.
È un libro di uno studioso europeista che conosce bene le istituzioni del vecchio continente che pone domande, stimola la politica, incalza i “tecnici”, offre proposte intelligenti e guarda con grande attenzione alle sfide del futuro che ha dinanzi l’Europa.